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«Il monitoraggio dell’Agro nocerino da parte della Direzione distrettuale antimafia di Salerno è molto elevato. Le maggiori criticità sono proprio su questo territorio e ben presto ve ne renderete conto». Non è una profezia quella del procuratore capo Giuseppe Borrelli ma una affermazione sulla base di concrete attività messe in campo negli ultimi tempi dalla Dda su tutto il territorio a nord del capoluogo. È anche con orgoglio che spiega come, negli ultimi diciotto mesi «abbiamo ottenuto l’emissione di misure di prevenzione patrimoniale per oltre cinquanta milioni di euro nei confronti di diversi imprenditori ritenuti contigui alla criminalità organizzata come Francescantonio Fabbrocino, Mattero ed Aniello Serino, Liberato Marcantuono e non per ultimo Roberto Squecco. Siamo intervenuti in tutti i territori della provincia seguendo una strategia precisa: aggredire i patrimoni per bloccare la ricchezza della criminalità». e questo perché, spiega, «le cose cambiano, i tempi cambiano e i personaggi cambiamo e cambia anche la criminalità organizzata che invade sempre più il mercato economico».
Un concetto di cui si parla anche nella relazione semestrale della Dia quando, proprio a proposito del’agro nocerino, si legge che «la locale mappatura criminale ha subito nel tempo costanti rimodulazioni connesse a riorganizzazioni interne, ma soprattutto all’incisiva azione repressiva subita anche a seguito delle diverse collaborazioni con la giustizia avviate da esponenti di spicco dei clan.
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Il Mattino