Andrea, il baby professore con la chitarra: dal nonno ai genitori sono tutti insegnanti

Andrea, il baby professore con la chitarra: dal nonno ai genitori sono tutti insegnanti
Parlano di lui sul pianerottolo e nell'androne delle scale. «Qui c'è il prodigio», indicano alcune signore appena tornate dalla spesa. È proprio qui, in una palazzina...

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Parlano di lui sul pianerottolo e nell'androne delle scale. «Qui c'è il prodigio», indicano alcune signore appena tornate dalla spesa. È proprio qui, in una palazzina di via Antonio Scozia, a Torrione, che abitano i nonni materni di Andrea Gasparro, il ragazzo diventato prof a soli 20 anni dopo aver compiuto nel 2012 un salto da record dal diploma di geometra alla conquista della cattedra di ruolo nelle superiori.








Dai banchi di scuola del Di Palo alla cattedra: un sogno che ha dell'incredibile. «Salite, prego», l'invito del nonno materno, Mario Farina, trepidante per il nipote. A fare gli onori di casa è Andrea, il prof più giovani d'Italia, occhi azzurri, tshirt sportiva e uno sguardo da ragazzo semplice. «Eccomi – esordisce timido – sono appena entrato nel mondo della scuola, l'emozione è tanta, lo ammetto». Ci tiene ad entrare nella realtà dei prof in punta di piedi. Lui, figlio di due insegnanti, nipote di un insegnante e con tre zii insegnanti.



Una famiglia che vive di scuola e lavora per la scuola, con impegno e sacrificio. Ma oggi è Andrea il protagonista di casa e della scuola salernitana. E scopri che il percorso del giovane insegnante di edilizia e topografia ha riservato già negli anni adolescenziali sorprese e soddisfazioni. Andrea dovrà attendere ancora qualche mese per l'assegnazione di una sede, prima di sedersi dietro una cattedra per insegnare a ragazzi di poco più piccoli di lui. «Ora mi dedico all'università e al percorso in giurisprudenza – dice – ho fatto 12 esami e sto facendo grandi sacrifici».



Ha deciso di rinunciare da tempo a vestire i panni dell'arbitro di calcio, ma al teatro no. Andrea recita infatti al Teatro delle Arti e suona la chitarra nel tempo libero. Poi legge, legge tanto. Sia a casa sua che dai nonni, dove è cresciuto da piccolo. Quando mamma Raffaela, maestra alle elementari alla scuola monsignor Pirone di Torrione, prolungava la permanenza a scuola, c'era nonna Teresa con lui. «Un ragazzo d'oro – dice la nonna – ha lottato e lotta ancora». Andrea, siede su un divano, abbracciato alla fidanzata, Silvia Vitale, iscritta al secondo anno di Medicina.



Nei loro occhi scorgi aspirazioni, sogni di vita, progetti. Andrea, il ragazzo-prof, punta ad andare ancora avanti. E a sorprendere ancora. «Rivelo una cosa – dice il nonno, appassionato di scrittura – questo mio nipote è stato da sempre un piccolo prodigio, e non lo dico solo perché è come un figlio per me: parlo da docente».



Andrea Gasparro, nato l'8 aprile del 1994, sapeva fare in primina calcoli aritmetici da terza elementare. Insomma, sorprendeva tutti già in grembiule ai tempi della scuola Matteo Luciani. «È stato da sempre il nostro motivo di soddisfazione – riconosce il nonno – è cresciuto con me prima di prendere il volo alle medie e superiori». Il resto è storia recente. Con successi scolastici centrati all'Istituto per geometri Di Palo, sotto l'egida della preside Anna Laura Giannantonio (oggi alla guida del liceo scientifico Da Procida).



Sacrifici, studio e grandi motivazioni. Il percorso del prof 20enne è tutto qui. Ma attenzione a chiamarlo secchione. «Non sono mai stato un topo da biblioteca – puntualizza Andrea – il segreto è nello studio intelligente, scrupoloso e nella applicazione». Quella stessa applicazione, rafforzata da una grande determinazione, che lo hanno spinto a scommettere sul concorso a cattedra bandito dal Miur nel 2012. Andrea ha avuto il merito di crederci. Ed eccolo qua. Pronto a tenere lezioni alle superiori, in istituti tecnici e professionali del salernitano. «Non mi spaventa, anzi, sono motivato – riconosce – la scuola scommette sui giovani e io sono qui».



Un prof da record, che deve tanto all'affetto di papà Ivano e mamma Raffaela. «Quando ha puntato sulla scelta del diploma tecnico – dice la mamma – già sapevo che non si sarebbe fermato, lo studio è sempre stato il suo motivo di vita, quella spinta che lo ha portato a fare un concorso a cattedra a soli 18 anni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino