Angelo in divisa aiuta famiglia senegalese a pagare una multa salata

Angelo in divisa aiuta famiglia senegalese a pagare una multa salata
Dietro una divisa c’è più umanità di quanto si possa credere. «Ma anche empatia, generosità e passione per il nostro lavoro»,...

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Dietro una divisa c’è più umanità di quanto si possa credere. «Ma anche empatia, generosità e passione per il nostro lavoro», aggiunge il segretario generale provinciale Coisp, Francesco Siani. È lui a riportare una bella storia di solidarietà e fratellanza. Una mano tesa da un esponente della polizia ad un immigrato. Una storia diversa, dove l’immigrato non è il solito senza fissa dimora disoccupato, ma un padre di famiglia che sta lottando per dare un futuro alle sue tre figlie. E sono proprio loro, le bambine, il motore della solidarietà che ha spinto un semplice agente a pagare una multa «salata» ad uno sconosciuto.

Lo riportiamo così, attraverso il racconto del protagonista. «Era mattina presto, ero in caserma con un arrestato ma la mia attenzione è stata per tre bambine di colore molto educate - dice il poliziotto - che attendevano fuori dall’ufficio trattazione atti i loro genitori. Il padre, un uomo del Senegal, era in compagnia della moglie, senza una gamba: stavano contestando un verbale per un’auto priva di assicurazione». E prosegue: «Sono stato colpito dalla compostezza delle tre sorelline ed ho sentito l’uomo chiedere un po’ di giorni per racimolare gli 868 euro da pagare come cauzione, per spenderne, successivamente, 400 di demolizione, più 300 di verbale. Ho visto un uomo in difficoltà e la sua famiglia unita. Ho visto tre bambine dolci parlare un italiano perfetto. Ho visto un uomo sanzionato per un illecito amministrativo che, con senso civico, si è recato in ufficio per assumersi le sue responsabilità. Ed ho pensato al pane che quel padre avrebbe dovuto togliere alle sue figlie per pagare la sanzione e mi piangeva il cuore». Di qui la decisione: «Ho parlato con l’ufficio trattazione atti e ho deciso di pagare io per lui. I colleghi che lo hanno saputo mi hanno dato una mano nel pagare il verbale, anche se non è stato facile trovare l’uomo perchè non rispondeva al cellulare. Così sono andato a casa sua, ho bussato alla porta e si è affacciata la moglie. La donna in un primo momento si è spaventata, poi le ho spiegato le ragioni della mia visita e lei mi ha spiegato che suo marito non rispondeva al cellulare perché va via alle 5 del mattino e lavora fino alle 19 e che il «padrone» fa lasciare i cellulari in segreteria. Poi mi ha confidato che suo marito non ha voluto richiamare l’ufficio perché si vergognava di non essere riuscito a racimolare i soldi che avrebbe dovuto dare come garanzia all’ufficio perché percepisce 950 euro di stipendio e paga 400 di affitto. Dopo qualche ora, però, l’uomo è venuto in caserma, si sentiva a disagio... Alla fine abbiamo pagato la demolizione che, con 100 euro di sconto ricevuto grazie alla nostra mediazione è venuta a costare 300 euro e siamo andato alle poste a pagare il verbale di 305. L’ho riaccompagnato a casa, la moglie mi ha ringraziato in lacrime, il marito mi ha salutato dicendomi: non ti dimenticheró mai!».

 

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Il Mattino