Salerno, Asl: dimezzate le case di comunità e torna il pronto soccorso a Scafati

Il manager Sosto presenta il documento a sindaci e organizzazioni sindacali

Gennaro Sosto, direttore generale dell'Asl
Confermato il dimezzamento delle case di comunità, che passano da 33 a 13. E quanto emerge dalla presentazione dell’atto aziendale a sindaci e organizzazioni...

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Confermato il dimezzamento delle case di comunità, che passano da 33 a 13. E quanto emerge dalla presentazione dell’atto aziendale a sindaci e organizzazioni sindacali da parte dei vertici dell’Asl Salerno.

Prevista la riapertura, stando al programma strategico che dovrà ora passare al vaglio della Regione, del pronto soccorso a Scafati, l’attivazione della radioterapia a Pagani, il passaggio dell’ospedale di Roccadaspide al Dea di Vallo della Lucania-Agropoli. Eboli e Battipaglia restano in un unico Dea.

Le case di comunità nascono con l’obiettivo di offrire un punto riferimento a cui rivolgersi per le prime necessità, non intasando così i Pronto Soccorso. Una ogni 40-50mila abitanti. All’interno opererebbero, il condizionale è d’obbligo, vista la grave carenza di sanitari, medici di medicina generale, pediatri, ostetrici, lo psicologo, infermieri di famiglia, un assistente sociale, 5-8 figure sociosanitarie e amministrative.

Nel salernitano ne saranno previste 13, a fronte delle 33 indicate prima del piano di revisione del Governo del Pnrr, 11 ospedali di comunità, 13 centrali operative territoriali e 3 hospice, di cui uno programmato. Il manager dell’Asl, nel corso della presentazione, ha assicurato che per la realizzazione di tali strutture saranno previste dalla Regione risorse aggiuntive per popolare questi servizi.

A Scafati si prevede il ritorno di un ospedale con 150 posti letto ed un presidio di soccorso. Al polo oncologico di Pagani è in programma l’apertura del reparto di radioterapia. Spazio sarà dato alla telemedicina, con il rafforzamento della rete del telestroke, che dovrebbe migliorare gli standard di assistenza anche a distanza. Passando al Vallo di Diano, l’ospedale Curto di Polla conterà 173 posti letto, di cui 20 di medicina, 14 di geriatria e cardiologia, 2 di oncologia, 12 di neurologia, 8 di nefrologia, anestesia e fisiopatologia respiratoria, 4 di gastroenterologia, oculistica, otorinolaringoiatria, 16 di chirurgia e 18 di ortopedia. Resta un Dea di primo livello.

Eboli e Battipaglia restano in un unico Dea e a Battipaglia viene confermata la rete neonatologica, mentre Roccadaspide passa al Dea di Vallo della Lucania–Agropoli, con 20 posti letto di medicina – area cardiologica e 10 di day surgery – Pronto Soccorso. Ad Agropoli confermati 52 posti letto per la riabilitazione e 20 nella lungodegenza. Conferme anche per l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, l’Immacolata di Sapri e il presidio di Oliveto Citra, che vede confermati la terapia del dolore, la rete trauma e la rete emergenza presidio ospedaliero di base.

«La grande sfida è quella di consolidare la rete ospedaliera aziendale, ma soprattutto quella di potenziare la rete territoriale – dichiara il direttore generale dell'Asl Salerno, Gennaro Sosto – Ciò sarà possibile solo grazie ad una rinnovata e solida sinergia con tutti i sindaci e con le amministrazioni comunali». L’Asl di Salerno assiste circa 1milione e 100mila abitanti, con una prevalenza del 13 per cento di cittadini tra 0/14 anni, 65 per cento tra i 15/64 anni e il 22 per cento tra i 65 ed altre, con 13 distretti sanitari e 12 presidi ospedalieri. In 8 mesi l’Asl ha provveduto a 1321 assunzioni e 546 stabilizzazioni, di cui 709 per il personale del comparto, 304 per personale medico e veterinario, oltre che per i dirigenti della area professionale, tecnica e amministrativa, nonché per personale sanitario dirigenziale non medico.

«Complessivamente – commenta il segretario provinciale della Cisl Fp Alfonso Della Porta – è netto il tentativo, attraverso l’atto di programmazione aziendale, di riorganizzare tutta la filiera sanitaria salernitana. Pianificazione che si rende necessaria attesa la complessità ed eterogeneità del territorio. Appare evidente che i cambiamenti ipotizzati partono dall’esistente per proiettarsi nel futuro e pertanto dall’atto si evincono le potenzialità da poter da subito realizzare, attraverso una razionalizzazione delle attività e delle risorse esistenti in uno ad un prospetto di riorganizzazione dei servizi, per cui si potrà procedere solo ed esclusivamente attraverso il reclutamento delle unità di personale necessarie».

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Il Mattino