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È stato un giudice di pace, quello al quale venivano assegnate spesso queste cause di risarcimento, ad aver raccontato ai carabinieri di Amalfi il «sistema».
Il giudice, originario di Nocera Inferiore, ha dichiarato che, quando gli venivano presentate le richieste di risarcimento danni, dopo aver verificato la presenza dei certificati medici nominava sempre un ctu non essendo in grado di valutare le lesioni e basava le sue decisioni sulla consulenza medica acquisita agli atti. Quindi ha dichiarato di aver sempre ritenuto che la mancanza di molti certificati medici nei fascicoli da lei trattati fossero stati ritirati dalle parti dopo il deposito della sentenza e che di tale ritiro della produzione non vi fosse traccia per le carenze di organico.
Il ritiro doveva essere annotato sul frontespizio del fascicolo di ufficio mentre gli avvocati entravano abusivamente nella stanza e ritiravano da soli le produzioni: mancanza che attribuiva ai carichi di lavoro del persone di cancelleria.
La stessa giudice avrebbe anche riferito di aver nominato Baio quale consulente perché «professionista stimato e disponibile a recarsi in costiera amalfitana» e sia anche per «motivi di amicizia» quindi che lo stesso «era spessissimo presente in udienza per cui la sua nomina consentiva di accelerare l’iter processuale». È stata sempre la giudice, sentita dai carabinieri, a dichiarare che Donovan Federico aveva avuto delle difficoltà nel superare gli esami di abilitazione per cui non sapeva per certo se lo stesso fosse avvocato ma di non aver mai notato una particolare frequenza di incidenti tra quelli da lei trattati, riconducibili a Federico o alla moglie Violante. Eccetto un caso in cui l’avvocato Violante era stata testimone di un incidente che aveva coinvolto il cognato.
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Il Mattino