Notte movimentata, quella tra sabato e domenica, in largo Barbuti, dove un gruppo di vandali ha devastato sedie, palco e le quinte teatrali ed un ragazzo di ventuno anni, insieme...
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Bruno Carmando, 21 anni, nipote dello storico massaggiatore della Salernitana, stava trascorrendo gli ultimi scampoli della serata insieme a due ragazze, una russa ed una brasiliana. «Ci eravamo messi a sedere sul palco dei Barbuti – racconta – e stavamo ascoltando musica con il cellulare. Erano le tre del mattino, ma il volume era basso e non pensavamo di dare fastidio a nessuno, anche perché dall’altra parte della piazzetta c’era un altro gruppo di ragazzi che stava lì a chiacchierare. A un certo punto si avvicina una coppia, un uomo e una donna, che iniziano a minacciarci con aggressività, intimandoci di andare via perché stavano tornando a casa e volevano riposare. A quel punto, con calma, ho detto che saremmo andati subito via».
Ma i due, probabilmente esasperati dagli schiamazzi delle scorse settimane e dagli atti vandalici che si erano consumati qualche ora prima, continuano a inveire, «tra l’altro con commenti razzisti nei confronti delle mie amiche, del tipo: tornatevene ai Paesi vostri». Una delle ragazze perde la pazienza e reagisce: da lì alla rissa il passo è breve e iniziano a volare calci, graffi e pugni. «Ho raccolto in fretta le nostre cose e ho strattonato le mie amiche per portarle via – continua il 21enne – Ci siamo nascosti in un vicolo, ma ci hanno inseguiti. Poi abbiamo trovato rifugio in un locale nei pressi del Duomo e abbiamo allertato la polizia. Quando le forze dell’ordine sono arrivate, li hanno identificati e sono andati via». Bruno ha poi avvisato suo padre Giovanni e i tre ragazzi si sono recati al pronto soccorso di Cava per farsi visitare. Escoriazioni, lievi traumi cranici o toracici, il referto dei medici. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino