L’avvocatessa e il parto impossibile: mamma a 43 anni dopo tre tumori

L’avvocatessa e il parto impossibile: mamma a 43 anni dopo tre tumori
Quando all’età di 43 anni ha scoperto di aspettare un bambino, nessun ginecologo ha voluto assumersi la responsabilità di seguirla: dopo aver già subito...

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Quando all’età di 43 anni ha scoperto di aspettare un bambino, nessun ginecologo ha voluto assumersi la responsabilità di seguirla: dopo aver già subito tre interventi di asportazione di miomi ed essersi sottoposta alla ricostruzione dell’utero, affetta da placenta accreta - una patologia che può mettere a rischio la vita della partoriente - da trombofilia dovuta ad un’alterazione della coagulazione del sangue e da sindrome di gitelman, che comporta una grave perdita di magnesio e di potassio, la sua gravidanza sembrava spacciata poiché l’utero rischiava di rompersi in qualsiasi momento.


Il suo sogno di maternità si è avverato lo scorso 15 febbraio quando, dopo essere stata seguita dal professore Raffaele Petta, direttore dell’unità operativa “Gravidanza a rischio” dell’ospedale Ruggi di Salerno, che ha preso in cura la paziente monitorando costantemente la delicatissima gravidanza, ha potuto finalmente stringere al petto la sua bambina, un miracolo di un chilo e 980 grammi venuto alla luce grazie all’equipe diretta dal primario Petta e composta dal dottor Mario Polichetti, dall’ostetrica Patrizia Santoro e dagli anestesisti Teresa Di Gennaro e Flora Minichino. È una storia a lieto fine quella che vede protagonista un’avvocatessa salernitana che, con il parto, ha vinto la scommessa più importante della sua vita, riuscendo a portare a termine quella gravidanza ritenuta impossibile da molti dei ginecologi che l’avevano avuta in cura e che già da tempo, vista la complessità del quadro clinico della donna, volevano procedere ad un’isterectomia per rimuovere l’utero. Madre e figlia stanno bene e, presto, potranno tornare a casa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino