SALERNO - La Camera penale conferma lo sciopero proclamato dal 27 al 31 ottobre ma, su esplicita proposta del presidente Silverio Sica, viene fatta un’eccezione per l’udienza...
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È questo, in pratica, l’esito dell’assemblea che si è svolta ieri mattina nell’aula Parrilli del tribunale di Salerno. Un’assemblea «veloce» nei tempi ma piuttosto agitata. Alla posizione di «mediazione» proposta dal presidente e dal direttivo della Camera penale, ha fatto da contrappasso quella di protesta voluta dalla maggioranza degli avvocati. L’appuntamento di ieri era stato fissato per fare il punto della situazione alla luce anche del protocollo di udienza stilato sulla base delle richieste degli avvocati dall’Associazione magistrati in merito alla chiamata delle udienze e ai tempi dei processi dinanzi ai giudici monocratici. Ma, qualcuno, ha sottolineato che, di fatto, tra astensione dei got (giudici ordinari togati) e rinvii di varia natura dei procedimenti, non si è potuto davvero testare il cambiamento di rotta nelle udienze. «Ci siamo resi conto in questi giorni - spiega il presidente Sica - che il codice di autoregolamentazione ci impediva di precettare lo sciopero perché questo può avvenire soltanto cinque giorni prima e, in questo caso, non ci siamo trovati con i tempi. Per questo motivo avevamo proposto una mediazione: scioperare i primi due giorni e tornare in aula gli ultimi tre. Ma l’assemblea non ha accettato questa proposta e votato per l’astensione lunga».
Nei giorni scorsi, lamentano gli avvocati, c’è stata come qualche udienza conclusa ancora intorno alle 21 e tutto ciò nonostante che molti avvocati dopo le 18 abbiano lasciato il tribunale comunicando al giudice il proprio allontanamento. Ma, per loro, questo non è ancora sufficiente.
La decisione di scioperare dei penalisti non è stata ben accolta dall’Anm salernitana che, a riguardo, esprime «stupore ed amarezza» per uno sciopero definito «ingeneroso». Il presidente Massimo Palumbo e il segretario Piero Indinnimeo, stigmatizzano l’accaduto hanno sottolineato come «preso atto della estrema difficoltà nella quale versa la giustizia penale, ha da subito organizzato incontri con i colleghi e l’avvocatura per trovare soluzioni condivise nell’esclusivo interesse del cittadino e degli operatori del settore. Tutte le istanze dell’avvocatura sono state recepite senza mai dimenticare le enormi difficoltà nelle quali sono ormai costretti a lavorare i giudici penali soffocati da un numero esorbitante di processi provenienti dall’accorpamento delle sezioni distaccate». E ancora: «L’Anm ha incontrato il presidente del tribunale il presidente della corte di appello e il procuratore e tutti si sono impegnati all’adozione di decreti sulla priorità nella trattazione dei processi proprio come richiesto dall’avvocatura e dalla magistratura in funzione anche della concreta applicazione del protocollo di udienza. Questi decreti saranno in grado di garantire nell’immediato una decisamente più rapida definizione dei processi eliminando il disagio per i cittadini nel loro ruolo di testimoni e per gli avvocati nell’esercizio del diritto di difesa».
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Il Mattino