Bomba, dopo lo sminamento un piano per scoprire altri ordigni

Bomba, dopo lo sminamento un piano per scoprire altri ordigni
Un piano di bonifica per individuare altri ordigni bellici. Dopo lo sminamento della pericolosa bomba, due giorni fa a Spineta, il timore che in città ci siano altre bombe...

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Un piano di bonifica per individuare altri ordigni bellici. Dopo lo sminamento della pericolosa bomba, due giorni fa a Spineta, il timore che in città ci siano altre bombe risalenti al secondo conflitto bellico è molta. Si dovrebbe verificare l’attuazione di un piano di prevenzione, che potrebbe essere sviluppato da Comune di Battipaglia, protezione civile e altri enti. Purtroppo il territorio battipagliese è stato martoriato e bombardato durante la seconda guerra mondiale, e negli ultimi decenni sono state rinvenute numerose bombe pericolose. 


Domenica scorsa, dopo quattro mesi di preparativi gestiti dalla Prefettura di Salerno, è stata sminata la bomba area di fabbricazione inglese di 113 chilogrammi. Tutto è andato per il meglio compresa la fase di evacuazione di 36.177 persone, e le operazioni di sminamento, condotte dagli artificieri dell’esercito italiano del 21° Reggimento di Caserta, sono risultate meno complesse del previsto. Anche perché con il passare degli anni il tritolo contenuto nella bomba era deteriorato, quindi non avrebbe potuto causare ingenti danni in caso di esplosione. Il rischio che nel territorio siano nascosti altri ordini bellici è alto. Nel 2014 un altro ordigno pericoloso fu ritrovato a Taverna, nel terreno dove è stata costruita la nuova scuola Penna, tra l’altro non molto lontana dall’azienda agricola dove è stata rinvenuta la bomba aerea disinnescata domenica scorsa. In quell’occasione la bomba era di fabbricazione americana e pesava 113 chilogrammi, proprio come quella disinnescata di recente, e fu sminata dagli artificieri che hanno operato l’altro ieri a Spineta. Negli anni passati un’ altra bomba trovato e disinnescato in via Adige a ridosso del fiume Tusciano e ancora prima, nel 2003, un’altro ordigno da guerra fu sminata sulle colline del Castelluccio.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino