Era costretto a pagare tassi usurai che superavano anche il 20 per cento mensili. Stretto dalla morsa delle violenze e delle minacce, l'imprenditore si era rivolto...
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Fino all'altro ieri aveva continuato a ricevere richieste di saldo del debito contratto. I suoi aguzzini, difatti, lo hanno pressato fino al giorno prima del loro arresto. Ma ora Giovanni Ricciardi, 44 anni, e Vincenzo Antonio di Guida, 46, sono il primo in carcere a Fuorni e il secondo ai domiciliari. L'arresto è stato eseguito ieri mattina dai carabinieri del Ros di Salerno con il supporto logistico dei militari del comando provinciale, eseguendo una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Sergio De Luca su richiesta del sostituto procuratore dell'Antimafia Valleverdina Cassaniello.
L'indagine nasce come prosieguo dell'operazione Rete che, con il coordinamento del procuratore capo Corrado Lembo, ha consentito ai militari del Ros di chiudere il cerchio, a gennaio scorso, intorno a due gruppi criminali della Piana del Sele dediti proprio all'usura. E in quella circostanza fu arrestato anche Ricciradi il quale, dai domiciliari, organizzava il suo braccio destro Di Guida perché minacciasse la vittima. In quest'ultimo caso, invece, i carabinieri hanno accertato che Ricciardi, con l'aiuto di Di Guida, in più circostanze avrebbe sfruttato la situazione di impasse economica dell'imprenditore per prestargli denaro contanti e riscuotere interessi usurari e, quando la vittima si è trovata nelle condizioni di non poter saldare il debito, pretendeva che l'imprenditore agricolo gli consegnasse il trattore Lamborghini di cui tratteneva i documenti di circolazione. Di Guida non si risparmiava di andare a compulsare e minacciare l'uomo sui luoghi di lavoro o a casa su ordine di Ricciardi che era agli arresti domiciliari. L'operazione di gennaio, «Rete», fu caratterizzata da una novità giuridica: la contestazione di esercizio abusivo dell'attività finanziaria in quanto, stando agli inquirenti, il gruppo offriva servizi finanziari senza averne alcun titolo sostituendosi di fatto agli istituti di credito e alle finanziarie.
La zona di attività del gruppo criminale che faceva riferimento, tra gli altri, proprio a Busillo era appunto al Piana del Sele, in particolare i territori compresi tra Eboli e Campania.
Il Mattino