Sono state necessarie due telefonate di riscontro con il presunto mittente di due e-mail per sventare un tentativo di phishing attraverso cui qualche pirata informatico ha provato...
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È questo il contenuto di due messaggi di posta elettronica ricevuti dalla giovane professionista a distanza di cinque giorni l'uno dall'altro, da un sedicente servizio clienti della società e firmati con tanto di logo, «Customer Care» di una nota e seria azienda che del tutto estranea a questa vicenda fornisce, tra l'altro, la firma digitale. «Leggendo l'e-mail racconta la donna penso che si tratti di tentativi di truffa in cui tanti cadono. Mi ricredo vedendo che è scritta, stranamente, in italiano corretto e che l'indirizzo del mittente almeno in apparenza, sembra reale». Cioè, nell'indirizzo assistenza@..., dopo la chiocciola, c'è il nome vero dell'azienda che offre anche servizi di posta certificata. La professionista, preoccupata, è tentata dal cliccare sul link presente nell'e-mail. Ma, non lo fa. «Ho temuto che potesse installarsi un virus sul computer o sul cellulare, come già mi è capitato in passato, seppure con modalità diverse da questa». Così, chiama il servizio clienti. È il 3 giugno scorso. All'operatore che risponde viene letto il testo del messaggio di posta elettronica. Lui, mostrando non pochi dubbi circa la veridicità dell'e-mail e che quest'ultima possa essere stata spedita dalla società presso cui lavora, invita la propria interlocutrice a cancellare il messaggio incriminato.
«Per essere più tranquilla, chiedo di eseguire anche un controllo a partire dal mio codice fiscale per verificare che non vi siano eventuali problemi di fatturazione». Niente, quel codice fiscale è pulito e di insoluti manco a parlarne. Trascorrono cinque giorni. Ieri, «quando, ormai, avevo già dimenticato di aver ricevuto quell'e-mail, il trillo del cellulare mi avvisa della presenza di un messaggio nella mia casella». Oggetto, « Avete un problema sulla vostra fatturazione»; testo dell'e-mail identico a quello ricevuto pochi giorni prima. «Quel Preavviso N°2 mi induce a pensare che chi mi sta inviando queste e-mail sappia che, al primo tentativo, io non ho fornito i numeri della mia carta di credito. Inizio a convincermi che possa essere un vero avviso. Clicco, quindi, sul link e mi appare una pagina praticamente identica a quella reale in cui avrei dovuto, nei campi contrassegnati, i dati della mia carta. Scettica, richiamo il servizio clienti». Dall'altra parte del telefono, questa volta, c'è una donna che «mi avverte immediatamente che è un tentativo di phishing, che devo evitare di cliccare sul link posto in fondo al messaggio e che l'indirizzo assistenza@..., nonostante possa sembrare di loro proprietà, non appartiene all'azienda», conclude la 27enne praticante avvocato. I tecnici della società sono ora al lavoro per comprendere, innanzitutto, come sia possibile che il dominio dell'indirizzo del mittente appaia uguale all'originale. Intanto, per non vedere azzerato il conto corrente o la carta di credito, «tutto bisogna fare fuorché raggiungere i link contenuti in e-mail sospette che, anzi, si contrassegnino come indesiderate o spam». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino