Ha ammesso le proprie responsabilità spiegando al gip Piero Indinnimeo, che ieri lo ha interrogato, di averlo fatto per «arrotondare» lo stipendio, avendo sei...
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Per tutti e quattro gli indagati i legali hanno chiesto la scarcerazione ma il gip si è riservato la decisione inviando le carte al pm per un parere. Sedici in tutto le persone indagate all'esito di una vasta attività di indagine dei carabinieri della compagnia Salerno che hanno portato alla luce un giro di prostituzione organizzato con giovanissime ragazze (nessuna minorenne, per fortuna) tra Salerno, Pontecagnano Faiano e Baronissi. Secondo quanto accertato dai militari, tra i clienti vi erano ragazzi molto giovani disposti a pagare anche cento euro per una prestazione «particolare».
Il gruppo, secondo gli inquirenti, e in parte anche da loro confessato, autoaccusandosi, si occupava di tutto: dai fitti all'organizzazione di tutta la loro attività con consigli sui siti dove pubblicare gli annunci dei finti massaggi. Insomma, offrivano un servizio «chiavi in mano». Nella rete dei carabinieri sono finiti anche alcuni centri massaggi gestiti da cinesi. Le ragazze di volta in volta individuate all'interno delle abitazioni, invece, hanno nazionalità diverse: dalle orientali alla sudamericane passando per le italiane e i transessuali. È stata proprio una delle ragazze, quella che per prima ha accusato Alessandro Nisi, a raccontare ai carabinieri che le erano state consegnate le chiavi dell'appartamento senza firmare alcun contratto o rilasciare alcuna fattura per le somme che riceveva in anticipo fornendole anche indicazioni su come gestire le prestazioni sessuali, impegnandosi dietro pagamento di 270 euro a curare anche l'annuncio sul sito «bakekaincontri» consegnandole biglietto scritto di suo pugno in cui venivano riportate le indicazioni da fornire ai clienti per raggiungere la casa.
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Il Mattino