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Da 20 anni nelle liste per la chiamata definitiva nelle scuole. Venti anni di attese per una cattedra stabile e una scuola in provincia. È la storia che accomuna 1.303 insegnanti precari salernitani inseriti nelle interminabili graduatorie ad esaurimento provinciali. Tra questi c’è la maestra di scuola dell’infanzia Sonia Lambiase, cavese, classe 1967. A 55 anni, mamma di due figli ormai grandi, attende ancora lo scorrimento delle graduatorie da cui si attinge ogni anno per l’immissione in ruolo. Assunzione che non è arrivata in questa estate ormai agli sgoccioli. Le toccherà un altro anno, il quindicesimo ormai, di lontananza da casa. Maestra Sonia lavora infatti negli asili comunali di Roma, attendendo una chiamata per l’assunzione nella scuola pubblica che non arriva.
Maestra, nemmeno questa estate le ha regalato un sorriso…
«Ho vinto il primo concorso nel 2001, da allora ne ho vinti altri tre. Oggi lavoro nelle scuole comunali di Roma, in attesa dell’ingresso a tempo indeterminato nella scuola pubblica.
Credeva di essere nominata per il ruolo e si ritrova a inizio settembre ancora una maestra precaria. Come si sente alla sua età?
«Non è arrivata la chiamata per il ruolo dalle Gae. Sono disperata. Non so come fare. Ho un accumulo di tensione indescrivibile. E sono stata male. Ho fatto 15 anni fuori. Ma un altro anno di sacrificio e distanze mi pesa. Quest’anno il Provveditorato ha nominato in ruolo 44 precari, 22 dalle graduatorie del concorso, 22 dalle Gae, io ero 49esima e sono stata beffata ancora una volta. Ma io dico: vi servono gli insegnanti? Perché non assumere tutti e ricorrere ancora ai supplenti?»
Cosa l’affligge di più?
«Che ho 2 figlie di 19 anni e 22 anni a Cava dei Tirreni. Quindici anni fa avevano 3 anni e 6 anni. Non ho vissuto la loro infanzia. E sono diventate donne. Non ho potuto seguirle. E sto male per questo. Soffro come mamma prima ancora che come eterna precaria della scuola pubblica con quattro concorsi vinti alle spalle negli anni Novanta». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino