Cava de' Tirreni, raid in ospedale e minacce ai sanitari

Cava de' Tirreni, raid in ospedale e minacce ai sanitari
Un vetro infranto con un pugno, medici ed infermieri minacciati e sotto choc. Un grave episodio si è consumato nella notte tra sabato e domenica al pronto soccorso del...

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Un vetro infranto con un pugno, medici ed infermieri minacciati e sotto choc. Un grave episodio si è consumato nella notte tra sabato e domenica al pronto soccorso del Santa Maria dell’Olmo. Secondo le prime ricostruzioni un uomo, già in regime di sorveglianza e noto ai sanitari per precedenti simili, si é introdotto nella divisione di prima emergenza e ha tentato di aggredire il personale medico ed infermieristico. I sanitari sono riusciti a mettersi in salvo, chiudendo le porte di accesso, mentre il 50enne in preda ad un vero e proprio raptus ha infranto con un pugno il vetro del triage. L’uomo é stato fermato, evitando così conseguenze peggiori. Ma resta lo sgomento per quanto accaduto e soprattutto perché possono succedere episodi del genere. In tanti personale sanitario e politici lamentano la mancanza di un piano sicurezza. E non solo perché da successivi accertamenti si è scoperto che l’autore dell’aggressione, affetto da problemi psichiatrici, non é nuovo a questi gesti. «Sei arrivato stanotte imprecando contro il mondo, senza motivo e lucidamente ci volevi massacrare e per poco non ci riuscivi - ha scritto un’infermiera in servizio al pronto soccorso - Con un pugno hai rotto il vetro di protezione. La nostra vita non vale nulla...altro che eroi».

Forte denuncia anche da parte dei politici cavesi: «L’aggressione avvenuta stanotte al pronto soccorso non ha scusanti - ha spiegato Filomena Avagliano, consigliere comunale di Rifondazione Comunista -. Non è possibile giustificarsi con l’esasperazione, i medici e gli operatori sanitari sono sottoposti ad un carico di lavoro esorbitante con turni a volte di dodici ore, sono costretti ad indossare tute protettive e molte volte non hanno la possibilità nemmeno di recarsi al bagno. Tutta la mia solidarietà ai medici, agli infermieri ed ai lavoratori che sono stati aggrediti. A causa di questi comportamenti ormai tristemente diffusi, molti scelgono di non esercitare più.Tutta la mia stima a quegli eroi che ci salvano la vita a dispetto della loro». Sull’episodio é intervenuto anche Raffaele Giordano, Siamo Cavesi: «Quando vedo queste foto mi fa male. Purtroppo la professione dei sanitari sta diventando un pericolo, soprattutto per chi è in prima linea o nei pronto soccorso. È impensabile che rischi quando vai a lavorare, soprattutto quando dovresti essere di aiuto ad altri. Non è giusto! Capisco le proteste quando ci sono disservizi, ma mai la violenza. Questo è uno dei tanti motivi per cui molti non scelgono più di lavorare nelle branche e nei reparti di emergenza. Alcuni addirittura rifiutano. La gente non capisce che comportandosi così, fa del male a se stessi. Vicinanza ai colleghi del pronto soccorso di Cava, per quello accaduto stanotte, e di ogni ospedale».

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Il Mattino