Salerno. «Bastardo». È stata questa l'ultima parola pronunciata da Eugenio Tura De Marco prima di morire. Fatale, per il carrozziere di 60 anni, ammazzato...
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Poi lo scenario nel corso della scorsa notte.Ieri pomeriggio, nel corso di un nuovo sopralluogo effettuato dagli inquirenti sulla scena del delitto, l'abitazione di Eugenio Tura De Marco in piazza D'Aiello nel rione Fornelle di Salerno, ci sarebbero state le prime contraddizioni ma sarà l'esame dei cellulari della vittima e dell'aggressore, oltre all'esame autoptico, a confermare la veridicità delle dichiarazioni rese dell'omicida trasferito nella nottata tra sabato e domenica nel carcere di Fuorni. Già, i cellulari: secondo quanto raccontato dal 21enne, Eugenio avrebbe ricattato Luca (e ci sarebbero dei messaggi whatsapp a dimostrarlo) perché il ragazzo aveva rifiutato le sue avances. Sarebbe stato proprio Eugenio a presentargli due mesi fa la figlia Daniela con la quale il giovane da tre settimane aveva iniziato un relazione sentimentale. Negli ultimi giorni, però, Eugenio avrebbe minacciato il giovane non solo di fargli vedere più la figlia ma di ammazzare anche lui e il padre se non avesse assecondato le sue richieste. Di qui l'ennesimo litigio. In particolare, ieri pomeriggio, gli inquirenti non avrebbero trovato il coltello a serramanico che la vittima aveva preso da un mobiletto bianco all'interno del proprio soggiorno e con il quale avrebbe minacciato il giovane Luca al termine di una discussione.
Gentile, secondo quanto raccontato ai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Salerno (agli ordini del tenente colonnello Giulio Pini e del maggiore Alessandro De Vico), si sarebbe difeso dandogli un calcio.
Il Mattino