SALERNO - Sulla strada della litoranea, nei pressi di un capannone abbandonato, a tarda sera c’è una luce. Viene da un accendino, tra le mani di una donna...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per l’anagrafe era Antonietta Perrotti, 36 anni, salernitana del centro storico, prostituta da sempre. Antonietta sulla carta d’identità, «Ciaccarella» per tutti, e a buon mercato. Quel nomignolo se l’era guadagnato con la dolcezza, con quel sorriso «pacione» e accogliente. E con la sua bontà. Ma essere così, nella vita, non le era servito a niente. La sua esistenza finì una sera di caldo afoso, per mano di un ignoto nemico, sconosciuto alle forze dell’ordine. L’assassino, dopo averle fracassato il cranio con un bastone, aveva coperto il suo corpo martoriato con le lamiere dell’ex fabbrica in disuso. Poi era riuscito a fuggire. Forse visto da qualcuno, forse no. In questura tantissimi interrogati, ma nessuno in grado di fornire indizi per identificarlo.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino