Covid a Salerno, l'ospedale compra duecento sacche per le salme

Covid a Salerno, l'ospedale compra duecento sacche per le salme
L'ospedale Ruggi di Salerno acquista 200 sacche avvolgi salme. La decisione dell'azienda ospedaliera nasce dalla necessità di dotarsi di una scorta, dopo che...

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L'ospedale Ruggi di Salerno acquista 200 sacche avvolgi salme. La decisione dell'azienda ospedaliera nasce dalla necessità di dotarsi di una scorta, dopo che durante il lockdown di marzo i teli antivirali erano praticamente introvabili. Con la continua crescita di casi, sono in aumento i pazienti con patologie terminali o vittime di incidenti che giungono in ospedale con il covid. Attualmente, gli infettati ricoverati a Salerno presso i sei reparti dedicati al presidio di via San Leonardo e al covid hospital Da Procida sono 140. Il 30 per cento è proveniente dal napoletano. Il numero di sacche desta sicuramente una certa preoccupazione, soprattutto in un momento in cui i numeri delle ultime settimane mostrano una escalation vertiginosa di contagi. Dall'azienda ospedaliera salernitana, però, chiariscono che l'acquisto non è legato al timore di una impennata di decessi, ma alla necessità di dotarsi di una scorta per non trovarsi sprovvisti come durante il lockdown di marzo, quando i teli erano introvabili e ci fu una grande difficoltà ad approvvigionarsene, dovendo così ricorrere all'aiuto di altre aziende. 

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«Questa volta siamo partiti per tempo - spiega il direttore Anna Borrelli - Visto che non scadono e vanno fornite a ogni reparto dove sono presenti pazienti covid, abbiamo pensato di metterci al sicuro. Possono servire anche ad altre aziende, perché a marzo ce li facevamo prestare. Ci auguriamo che ce ne restino tantissime. Non pensiamo di avere 200 decessi solo al Ruggi di Salerno. Ci siamo premuniti, però, come per i dispositivi di protezione individuali, che pure ci furono difficoltà di provvigione e ora ne abbiamo di tutti i tipi». I numeri spaventano, è inutile negarlo, soprattutto quelli legati all'incremento di ricoveri in terapia intensiva, a cui si aggiungono, poi, tanti pazienti che giungono in ospedale non per il covid ma con il covid. Negli ultimi giorni, infatti, si è registrato il decesso di una quarantenne con carcinomatosi peritoniale per cancro ovarico in fase terminale, così come tre infartuati che erano anche positivi e i pazienti con trauma toracico in seguito a incidenti stradali. «Ci sono situazioni di pazienti che giungono per altri motivi e sono comunque covid positivi continua Borrelli Siamo arrivati ad avere 140 persone ricoverate. Abbiamo il Da Procida pieno, più il reparto di malattie infettive, il modulo di rianimazione e la medicina d'urgenza che è stata riconvertita. Non vorremmo aprire altri spazi. Speriamo che due-tre case di cura sul territorio di Salerno ci diano la disponibilità di posti. Come Dea di secondo livello ci costa molto. Non possiamo chiudere tutto per convertirlo in covid. Pesa parecchio il dato che proviene da Napoli. Dall'ultima nostra rilevazione, il 30 per cento dei ricoverati è del napoletano. Dobbiamo darci una mano tutti. Apparteniamo alla stessa terra». 

Continua a mantenersi su numeri impressionanti l'andamento epidemiologico nel salernitano, dove solo nell'ultimo weekend l'Unità di crisi ha conteggiato 1150 nuovi casi. È l'agro-nocerino-sarnese a destare maggiore preoccupazione. Un focolaio si è sviluppato all'ospedale di Sarno, con 11 sanitari infettati. Allarme anche in una casa di cura per anziani di Buonabitacolo, con 17 positivi tra ospiti e operatori. Il sindaco ha così ordinato una sorta di mini-lockdown: sospese tutte le attività pubbliche e private dalle 18 alle 7; dalle 20 alle 6, sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze; è vietato spostarsi verso altri comuni campani; sospese le funzioni religiose, a eccezione dei funerali. 

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Il Mattino