Sedici persone colpite dal Coronavirus tra il Vallo di Diano e la zona del Tanagro, profondo sud della provincia di Salerno e tutti a causa diretta o indiretta di un raduno...
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Il governatore Vincenzo De Luca ha puntato il dito sull'incontro denunciando il fatto che si fosse bevuto da un solo calice ed evidenziando la presenza di un milanese, una sorta di santone, ai raduni. Affermazioni smentite dal suo quasi omonimo, il vescovo della Diocesi di Teggiano Policastro, monsignor Antonio De Luca che pur confermando che i riti dei neocatecumenali prevedono delle situazioni simili «ma in quello di Atena Lucana si sono rispettate le distanze imposte qualche giorno prima». La convivenza è comunque durata per tre giorni all'interno dell'albergo e questo ha permesso la diffusione del virus. Tra loro anche il milanese, un uomo residente a Sala Consilina che è tornato in Campania il 22 febbraio partendo da Milano. Forse è lui l'uomo identificato come santone che in realtà in questo raduno è un semplice fedele. Tra l'altro positivo al tampone. Come don Alessandro di Caggiano e con lui altri due fedeli dello stesso paese. Da queste persone risultate positive un nuovo ramo di diffusione del virus: a Polla. Infatti una delle due fedeli, da quanto è emerso, ha organizzato una rappresentazione di pentole all'interno di un'abitazione privata a Polla il 7 marzo e almeno un'altra persona è rimasta infettata e si attendono i tamponi di altri soggetti presenti alla vendita di prodotti per la casa. L'altro raduno religioso, la catechesi, si è tenuto il 4 marzo nella sacrestia di San Rocco a Sala Consilina. Si sarebbe dovuta tenere nella chiesa della Trinità, nello stesso comune ma il parroco proprio per evitare troppe persone insieme, ha chiuso la porta. A questo incontro avrebbe partecipato anche la moglie di Citro, anch'ella poi positiva. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino