Salerno, la resa dei commercianti: «Con bar chiusi a picco anche noi»

Salerno, la resa dei commercianti: «Con bar chiusi a picco anche noi»
Insieme al mondo della ristorazione, del by night, della cultura e delle palestre, piange l’intero commercio. Perché il lockdown “morbido” imposto...

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Insieme al mondo della ristorazione, del by night, della cultura e delle palestre, piange l’intero commercio. Perché il lockdown “morbido” imposto dall’ultimo Dpcm del premier Conte, danneggia non solo chi è stato costretto a chiudere o a subire limitazioni orarie, ma anche tutte quelle attività - abbigliamento, intimo, calzature, gioiellerie - che possono lavorare come hanno sempre fatto, ma solo sulla carta. «Lasciarci aperti è come decidere di farci morire agonizzando - è lo sfogo di Sabatino Senatore di Vog - Siamo chiusi con le porte aperte. Il Governo deve decidersi a prendere delle iniziative o scenderemo in piazza, visto che sembra essere l’unico modo per ottenere delle reazioni». Con bar e ristoranti che alle 18 abbassano le saracinesche, la città è deserta.

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COPRIFUOCO NON SCRITTO


Un coprifuoco non scritto che si traduce nella perdita di clienti e dunque di incassi. Ne ha discusso ieri un gruppo di esercenti che fa capo alla Confcommercio: «I colleghi sono disperati - ammette Marco Salvatore, componente del consiglio direttivo - Oggi terremo una manifestazione a Napoli e non è escluso che si possano organizzare iniziative analoghe anche a Salerno. Di fatto non ci hanno imposto una chiusura perché non hanno soldi per sostenerci, ma è come se lo avessero fatto». L’indice non è puntato solo verso l’esecutivo, ma anche nei confronti del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: «I toni apocalittici che ha preso ad usare subito dopo la campagna elettorale hanno fatto sì che già dai primi di ottobre le attività commerciali siano rimaste vuote. Si sta seminando il panico tra le persone e nessuno mette più piede fuori casa. Da un mese stiamo chiedendo un incontro che non ci è stato accordato e trovo francamente insopportabile questo modo di prendere decisioni unilaterali». Chicca collezioni, in piazza Portanova, è una delle attività più frequentate dagli amanti dello shopping: «Lunedì a parte me, non si è visto un essere umano ed oggi (ieri per chi legge, ndr) è lo stesso - dice rassegnata Chicca Greco - Non oso immaginare chi deve dare anche conto ai dipendenti. Siamo avviliti perchè di qui a pochi giorni avremo tutti delle scadenze da rispettare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino