Dopo i diplomi contraffatti scattano le indagini sui certificati di servizio falsi. Mancati versamenti all’Inps e servizio dichiarato ma mai prestato: è il nuovo...
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IL NUOVO FILONE
Nel mirino le dichiarazioni presentate dai bidelli salernitani all’atto dell’inserimento nelle liste per le supplenze di istituto per il triennio 2018/2021. E l’Ufficio scolastico regionale, guidato da Luisa Franzese, non abbassa la guardia in merito alle segnalazioni che arrivano da scuole dal Lazio fino alla Lombardia in riferimento a presunti certificati di servizio non veritieri e quindi fasulli. A quanto si apprende, sarebbero nel mirino i nominativi di almeno 50 bidelli inseriti nelle graduatorie di istituto di terza fascia delle regioni Veneto, Lombardia e Toscana che hanno dichiarato di aver prestato servizio in scuole che non esistono, cioè diplomifici. Il trucchetto, secondo quanto trapela, sarebbe stato scoperto da alcune scuole del nord in cui i bidelli prestavano servizio con contratto: dopo immediata segnalazione al Provveditorato di Salerno e all’amministrazione regionale sarebbe stato riscontrato che i servizi dichiarati in passato per accumulare punteggio e scalare le vette delle graduatorie non erano coperti da contributi regolari. Inoltre le scuole erano fantasma, cioè non rientravano negli elenchi regionali delle scuole autorizzate alla paritarietà.
Alcune scuole mai esistite che comparivano nei certificati di servizio dei bidelli sarebbero localizzate a Castel San Giorgio. Qui due scuole fantasma sono state segnalate dall’Ufficio scolastico perché non inserite negli elenchi delle scuole paritarie autorizzate dal Ministero dell’Istruzione. Prima dell’ufficio scolastico del Veneto ci aveva pensato l’amministrazione scolastica campana a lanciare l’allarme indirizzato alle scuole della Toscana, poi del Lazio e del Veneto. Gli Istituti mai esistiti al centro di indagini sono il “De Sanctis” e il “Vanvitelli” di Castel San Giorgio da cui non potevano né essere erogati attestati di servizio né titoli di studio in quanto gli istituti non erano esistenti e dichiarati negli elenchi dell’amministrazione. «Non rientrano nemmeno negli elenchi delle scuole a cui è stata revocata la parità», precisano dall’Ufficio scolastico campano guidato dalla Franzese. Da Castel San Giorgio è partita l’onda anomala dei bidelli furbetti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino