Daniela assolta dall'omicidio ma aiutò il fidanzato ad uccidere il padre

Daniela assolta dall'omicidio ma aiutò il fidanzato ad uccidere il padre
Pochi istanti. Tanto dura il pronunciamento della sentenza da parte dei giudici della Corte d’Assise. Appena la parola tanto attesa viene finalmente pronunciata, la tensione...

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Pochi istanti. Tanto dura il pronunciamento della sentenza da parte dei giudici della Corte d’Assise. Appena la parola tanto attesa viene finalmente pronunciata, la tensione si scioglie in un pianto liberatorio. Daniela Tura De Marco accoglie con lacrime di gioia la decisione dei giudici della Corte d’Assise di assolverla dall’accusa di concorso morale in omicidio. Anche se, la sua, non è un’assoluzione a formula piena in quanto i giudici hanno disposto la restituzione del fascicolo al pubblico ministero per la formulazione di un nuovo capo di imputazione: favoreggiamento.


L’omicidio per il quale è finita a processo Daniela è quello di suo padre Eugenio Tura De Marco, il carrozziere delle Fornelle ucciso a coltellate dall’ex fidanzato della ragazza, Luca Gentile, il 20 febbraio del 2016. Proprio nei giorni scorsi per Luca c’è stata la sentenza definitiva dalla Cassazione: sedici anni e otto mesi di carcere, tre dei quali già scontati. Il verdetto per Daniela arriva poco prima delle 14 di ieri e subito la ragazza si gira verso i suoi avvocati, Antonietta Cennamo e i fratelli Francesco e Liliana Dambrosio, per ringraziarli. Ha sorrisi e abbracci anche per il sostituto procuratore Elena Guarino che aveva chiesto per lei 21 anni di reclusione. Proprio la procura attende ora di leggere le motivazioni per valutare l’ipotesi di presentare appello. Una decisione non scontata in quanto è difficile da dimostrare quella che secondo l’accusa trasforma un eventuale proposito di Daniela in condotta di efficacia causale.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino