Oltre 41mila domande per diventare bidello: è l’effetto della crisi

Oltre 41mila domande per diventare bidello: è l’effetto della crisi
Lo tsunami Covid che si è abbattuto sul mondo del lavoro e la crisi economica dilagante, tra caro bollette e inflazione, hanno ridisegnato priorità e ambizioni...

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Lo tsunami Covid che si è abbattuto sul mondo del lavoro e la crisi economica dilagante, tra caro bollette e inflazione, hanno ridisegnato priorità e ambizioni occupazionali. In tanti sono alla ricerca del posto fisso, anche con stipendio medio basso. Professionisti, commercianti, ma anche laureati. È questo il quadro che emerge del precariato diffuso che dilaga nella provincia di Salerno. Siamo ottavi in Italia per numeri di aspiranti bidelli, ovvero i collaboratori scolastici che lavorano per la vigilanza, l’accoglienza e le pulizie delle scuole. Un record di aspiranti bidelli che è a tutti gli effetti un chiaro riflesso della crisi. 



Nel Salernitano si contano nelle graduatorie di istituto, gestite dai dirigenti scolastici, ben 41.692 aspiranti bidelli in fila davanti alle scuole. Mentre ex manager e quadri aziendali sono pronti a firmare i contratti di supplenza come amministrativi, tecnici e anche cuochi. La provincia di Salerno è ottava in Italia per concentrazione di domande nelle Graduatorie di Terza Fascia, ovvero le liste degli aspiranti ad una supplenza che non hanno molta esperienza o che sono all’esordio nella caccia ad un incarico breve. Le domande sono quasi il doppio rispetto a quelle presentate tre anni fa. «È un segnale evidente della mancanza di lavoro che c’è nella nostra regione - dichiara Enzo Pastore, segretario provinciale Cisl scuola - La gente ha bisogno di lavorare e si sta riversando sulle domande per il personale Ata. Negli ultimi anni vi è una corsa a conseguire titoli e a produrre domande per inserirsi nel mondo della scuola. Un profilo preso d’assalto nell’ambito del personale Ata è quello dei collaboratori scolastici. Molto è dovuto al titolo d’accesso, che è la qualifica professionale triennale o diploma di scuola secondaria di secondo grado, e al fatto che si accede da una graduatoria per soli titoli senza una specifica selezione». 


È un problema sociale. Un problema che dovrebbe essere affrontato a tutti i livelli. In molti hanno compilato la domanda per essere inseriti in graduatoria in più profili. Ma il più “gettonato” è quello di collaboratore scolastico. Su oltre 2 milioni di aspiranti bidelli in Italia, 41.692 attendono una “chiamata” nella nostra provincia. L’esercito salernitano dei bidelli con poca esperienza ed aspiranti ad una supplenza è secondo, per consistenza, solo alla provincia di Napoli dove ci sono 117.416 bidelli nelle terze fasce di istituto. A Caserta sono 34.090 i collaboratori scolastici precari nelle graduatorie delle scuole; 15.554 i presenti nel beneventano; 21916 i bidelli nell’avellinese. Complessivamente in Campania sono 196.578 gli aspiranti bidelli. Un dato che fa riflettere rapportato al tasso di disoccupazione campano attestato sul 17,93%. In ambito nazionale, Roma è la provincia con più alta presenza di domande di bidelli (sono 161.216), seguita da Napoli (con 117.416 bidelli), Bari (81.287), Milano (77.360), Torino (72.858), Catania (69.247), Palermo (68.367), e infine all’ottavo posto c’è Salerno con 41.692 domande. Ma per i 41.692 aspiranti salernitani c’è da fare i conti con la carenza di posti che da quest’anno è diventata più spiccata. E c’è un altro ostacolo: la presenza dei precari di lungo corso inseriti in un’altra graduatoria, la cosiddetta lista dei 24 mesi, che include tutti coloro che hanno lavorato già nelle scuole, almeno per due anni. Nel Salernitano questi ultimi sono 478 e a loro sono rivolte le ultime convocazioni del Provveditorato per gli incarichi più lunghi. Proprio come accaduto il 7 ottobre, con una convocazione del neo provveditore, Mimì Minella, che ha messo in palio 120 incarichi annuali. «Quest’anno - chiude Pastore della Cisl - la domanda è superiore all’offerta anche perché non è stato confermato l’organico aggiuntivo Covid».

 

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Il Mattino