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Una perizia psichiatrica per Ciro Persico, il boss del centro storico ritenuto dagli inquirenti a capo di un grosso giro di spaccio che, dalla Salerno antica, si spingeva fino a Matierno passando per il Villaggio dei Puffi di Mariconda. La richiesta di abbreviato condizionato allo speciale esame è stata avanzata ieri dal legale del 71enne salernitano, l’avvocato Antonio Boffa, e accolta dal gup Francesco Guerra davanti al quale si è aperta l’udienza preliminare a carico dei 39 imputati accusati di far parte del gruppo decapitato lo scorso 9 giugno con un blitz antidroga denominato “prestigio” da un regalo di altrettanto prestigio fatto da Matteo Calonico a Ciro Persico. Sarà quindi un perito a stabilire se Persico, padre di Vincenzo soprannominato Enzo “cola cola” e ucciso nel 2014 a Montecorvino Rovella nell’ambito di contrasti legati proprio allo spaccio di stupefacenti, è in grado di stare in giudizio e se, al momento dei fatti contestatigli dalla Procura, era in grado di intendere e di volere. Nel corso dell’udienza di ieri sono poi stati incardinati i patteggiamenti che hanno già ottenuto il consenso del pubblico ministero. Quattro anni e due mesi di reclusione è la pena per Alfonso Fruncillo e Mauro Natella assistiti entrambi dall’avvocato Stefania Pierro e finiti nell’inchiesta in qualità di capo promotori. Per loro è stata accolta dal pm la tesi difensiva che ha portato alla derubricazione dell’accusa definendo le loro condotte “di lieve entità”. Consenso al patteggiamento anche per Michele Sica (tre anni e sei mesi) e Antonio Vassallo, assistiti dall’avvocato Antonietta Cennamo; per Salvatore Ragosta e Salvatore Amato (due anni e quattro mesi) difesi dall’avvocato Bianca De Concilio e per Bruno Vicinanza (due anni e quattro mesi). Si torna in aula a fine novembre quando arriverà la sentenza del gup per tutti gli altri imputati che hanno chiesto di essere giudicati attraverso il rito abbreviato. Quarantacinque i capi di imputazione contestati a vario titolo agli imputati accusati di aver costituito un gruppo criminale facente capo a Ciro Persico che, legato al vecchio clan D’Agostino, aveva preso in mano le redini dello spaccio in città, spingendosi fino ai picentini.
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Il Mattino