I pusher nell'era Covid: dalle piazze di spaccio al delivery della droga

I pusher nell'era Covid: dalle piazze di spaccio al delivery della droga
Dalle «piazze» di spaccio si è passati al «delivery della droga». Fenomeno che in tempo di pandemia ha preso piede «specialmente nel capoluogo...

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Dalle «piazze» di spaccio si è passati al «delivery della droga». Fenomeno che in tempo di pandemia ha preso piede «specialmente nel capoluogo di provincia», come ha affermato il colonnello Gianluca Trombetti in occasione del 207° annuale della fondazione dell'Arma dei carabinieri, «non è aumentato, in questo specifico settore, il numero di delitti denunciati (255) e scoperti (248) rispetto allo scorso anno (rispettivamente 350 e 337), ma sono cambiate le modalità. Gli spacciatori si sono adeguati alle regole dettate dalla pandemia». E non poche sono state, nell'ultimo anno, le operazioni antidroga effettuati su tutto il territorio provinciale.

Ma sono i delitti informatici, con le truffe e le frodi informatiche, ad essere aumentati: nell'ultimo anno, con più persone in casa a causa del Covid, sono state denunciate 4192 truffe e frodi informatiche (a fronte di 3274 dell'anno precedente) e 154 delitti informatici (a fronte di 111 dell'anno precedente). La convivenza forzata ha anche portato ad un aumento dei maltrattamenti in famiglia: «un numero di denunce maggiori che dipende anche dalla legge emanata a luglio 2019 per quanto riguarda la tutela delle vittime di violenza domestica», ha detto il colonnello Trombetti a margine della sobria celebrazione di ieri presso il comando provinciale dell'Arma. In tema di violenze sessuali, invece, nell'ultimo anno 68 sono state le denunce e 52 casi scoperti (l'anno precedente 73 erano stati i delitti denunciati e 46 quelli scoperti). Nonostante la brevità e la sobrietà della cerimonia di ieri, il comandante provinciale dell'Arma, colonnello Trombetti, ha ricordato l'impegno costante ed incondizionato delle donne e degli uomini dell'Arma: «Chi mai avrebbe immaginato di dover sanzionare persone perché trovate fuori casa a oltre gli orari consentiti dalle regole anticovid, ma con questo non sono state dismesse tutte le altre attività investigative: dai controlli antidroga, che ci hanno permesso di capire anche come gli spacciatori si erano organizzati per eludere le norme anti Covid, alla tutela dell'ambiente con la scoperta di veri e propri traffici di rifiuti che hanno riguardato zone come la Piana del Sele e del Vallo di Diano».


Riguardo ai controlli effettuati nell'ultimo anno sono 196.803 soggetti e 147.208 veicoli (a fronte dell'anno precedente di 163.398 soggetti e 120.015 veicoli) mentre 8.882 sono state le persone denunciate e 1.098 quelle arrestate. Il colonnello Trombetti ha ricordato come sia a livello nazionale, ma anche locale, nessun presidio è stato chiuso e l'Arma si è adoperata attraverso tutte le sue articolazioni per contrastare l'emergenza sanitaria che ha condizionato la vita di tutti negli ultimi 15 mesi. E non mancherà l'attenzione, da parte dei carabinieri, al rilancio del Paese attraverso la tecnologia e la transizione ecologica essendoci una «sicurezza da migliorare attraverso la tecnologia e una sicurezza da preservare nonostante la tecnologia», come ha ribadito il generale Teo Luzi, comandante generale dell'Arma alla cerimonia che si è tenuta a Roma facendo arrivare il suo messaggio a tutti i reparti territoriali sparsi su tutto il territorio nazionale.



E alla presenza del Prefetto, Francesco Russo, è stata deposta una corona davanti la lapide dei carabinieri Fortunato Arena e Claudio Pezzuto, uccisi durante un posto di blocco a Faiano 29 anni fa: «È vero cerimonie sobrie ma non meno solenni per ricordare tutti i nostri caduti» ha affermato il Prefetto di Salerno plaudendo al lavoro che i carabinieri svolgono quotidianamente «fino al sacrificio personale» e ricordando «l'Arma dei carabinieri sia avvertita dai cittadini come presidio di libertà e sicurezza. I carabinieri, attraverso il servizio di prossimità, espressione della capillare articolazione territoriale, rappresentano un punto di riferimento per i cittadini. Ogni volta si richiede la loro presenza, la loro disponibilità è immediata nonostante il periodo difficile che ancora stiamo vivendo». E il prefetto Russo ha fatto riferimento al presidio sulla spiaggia di Santa Teresa «un valore non solo in termine di sicurezza, ma anche di presenza dello Stato sul territorio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino