Gruppi criminali storicamente contrapposti avevano trovato un accordo comune per la gestione del traffico di stupefacenti nel Salernitano. È quanto emerso...
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L'indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Salerno, ha riguardato le città di Salerno, Battipaglia, Pontecagnano Faiano, Bellizzi, Acerno, Montecorvino Pugliano, Cava de' Tirreni e Lanciano. L'attività, avviata nel 2017, è stata condotta con intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso di acquisire fonti di prova decisive (rafforzate anche da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia) a carico delle persone arrestate. Complessivamente gli investigatori hanno sequestrato 8 chili di cocaina, 15 di hashish, armi e munizioni tra cui un fucile a canna mozza e due pistole, di cui una con silenziatore. In una circostanza uno degli indagati, sentendosi braccato dalla polizia, aveva cercato di disfarsi di un ingente quantitativo di droga, prima provando a incendiarlo e poi lanciandolo in un fiumiciattolo. Ma il tentativo fu vanificato dall'intervento degli agenti che riuscirono a sequestrare lo stupefacente.
I dati acquisiti attraverso le intercettazioni sono stati rafforzati da osservazioni e perquisizioni che hanno consentito di effettuare anche arresti in flagranza. L'inchiesta ha permesso di ricostruire gli assetti dei due gruppi criminali, collegati tra di loro e aventi base operativa nella provincia di Salerno ma con ramificazioni che si estendevano anche nel Napoletano e nella provincia di Roma, con la presenza anche di qualche soggetto colombiano. Un giro d'affari di migliaia di euro che, per la sola piazza di spaccio di Pontecagnano Faiano, è stato quantificato in circa 60mila euro a settimana.
«In questa circostanza - ha affermato il procuratore della Repubblica vicario, Luca Masini - il business non divide ma unisce le organizzazioni criminali. E il giro d'affari, in questo caso, era ingente. A uno degli indagati il 27 ottobre 2017 sono stati sequestrati in contanti 52mila euro». Il questore di Salerno, Maurizio Ficarra ha, invece, sottolineato l'importanza di questa operazione in quanto «non si rivolge a baby spacciatori ma soprattutto agli organizzatori di questo traffico, a coloro che la distribuivano e a coloro che la portavano a Salerno». Un risultato, come ha sottolineato il comandante provinciale Antonino Neosi, reso possibile «dall'unione delle forze per poter meglio condurre un'attività investigativa sul traffico di sostanze stupefacenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino