Castel San Giorgio, la sfida della Gbs all’«usa e getta» nella sanità

L'azienda da nuova vita alle strumentazioni sanitarie, il plauso del Politecnico di Torino

La manutenzione di un sistema diagnostico
Nel mondo dell’usa e getta, si affaccia la piccola rivoluzione di una realtà nata da poco nell’Agro nocerino sarnese, ad Angri e poi trasferitasi a Castel San...

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Nel mondo dell’usa e getta, si affaccia la piccola rivoluzione di una realtà nata da poco nell’Agro nocerino sarnese, ad Angri e poi trasferitasi a Castel San Giorgio. La Gbs Global Biomedical Service si è guadagnata il plauso del Politecnico di Torino, ritagliandosi un ruolo importante nel settore sanitario concorrendo con le grosse multinazionali. Sviluppata intorno al mondo della manutenzione e assistenza di sistemi di diagnostica per immagini di ultima generazione, ha iniziato a lavorare seguendo una prospettiva umanitaria e sociale, attraverso la rigenerazione e la sostenibilità in termini ambientali ed economici di apparecchiature specifiche, allungandone la vita e riducendo notevolmente lo smaltimento di rifiuti speciali. Un risparmio non di poco conto per aziende sanitarie pubbliche o cliniche private. Grazie ad una nuova rinascita dei dispositivi, l’impresa sangiorgese può aiutare realtà che non hanno ingenti capitali.


LE PAROLE
«Lavoriamo nella prospettiva della sostenibilità e dell’economia circolare, ridiamo vita a strumenti che per altri non hanno lo stesso valore, in fondo quello è il gioco delle multinazionali, mentre qui nell’Agro prendiamo le macchine di categoria top di qualche anno fa e le ricondizioniamo – dice Giovanni Lombardo, giovane Ceo della Gbs – Abbiamo incentrato uno dei punti chiave della nostra produttività proprio nel ricondizionamento dei dispositivi di diagnostica per immagini, secondo il programma interno 2lLife. Abbattiamo i costi di gestione, aiutiamo l’interlocutore a spendere meno e a fare investimenti. Quel che facciamo qui, viene fatto da vent’anni negli Stati Uniti e volutamente siamo rimasti nell’Agro, che per noi è come Milano». Un passo di coraggio che ha portato un gruppo di tre persone a espandersi dal cuore del nocerino fino ad arrivare alla costituzione di un team di circa 50 persone provenienti da Salerno, Nocera, Scafati, Sarno, Angri. «Molte zone d’Italia sono abbandonate a se stesse, in molti casi non ci sono risonanze, tac, ed esplodono disagi notevoli tra la popolazione. I centri diagnostici spesso non hanno disponibilità tale per fare investimenti, così li mettiamo in condizione di offrire alla gente un servizio utile». Operativa nel mondo dell’assistenza tecnica, la giovane impresa – che progetta interi centri medici e produce gabbie di Faraday – è stata attenzionata dal Politecnico di Torino attraverso il Social Innovation Monitor, per il «Report completo sulle startup a significativo impatto sociale e ambientale 2023». Pakistan, Israele, Palestina, Cameron, Senegal, Congo, Spagna, Stati Uniti, Argentina, sono alcuni dei paesi in cui Gbs si è attivata esportando la creatività italiana.

«Sono sempre stato convinto dell’importanza dell’impatto sociale e ambientale delle imprese – ha chiosato Lombardo – e lo studio del Politecnico di Torino conferma che le aziende sensibili a questi temi crescono, forse più delle altre».

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Il Mattino