EBOLI - Maxi sgombero, all'alba di questa mattina, di 37 extracomunitari nell'area dell'ex opificio industriale «APOFF», a Eboli,...
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Dei 37 extracomunitari fatti sgomberare, sette erano sprovvisti di permesso di soggiorno, due già destinatari di decreto di espulsione. Gli altri sono bracciani agricoli regolari. Gli extracomunitari, accampati in quattro capannoni e due ruderi, vivevano in precarie condizioni igienico-sanitarie. Nel corso dell'operazione si è resa necessaria la sospensione, per il tempo strettamente necessario, della circolazione ferroviaria. Nei confronti dei sette irregolari saranno avviate le procedure per l'allontanamento dal territorio nazionale, mentre è stata riscontrata la presenza di un richiedente asilo. Al momento si sta verificando la sua provenienza. Nei suoi confronti sarà proposta la revoca del diritto all'assistenza. Per gli altri si stanno valutando se sussistano eventuali irregolarità.
Su delega del Procuratore Aggiunto Luca Masini e del Sostituto Procuratore della Repubblica, Francesca Fittipaldi, oltre alle persone, è stata ispezionata e perquisita l'area di circa 50mila metri quadri. Al termine dello sgombero, l'area è stata affidata, libera, all'amministratore giudiziario per conto dell'Agenzia Nazionale per l'Amministrazione e Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, che ne provvederà alla custodia. «Azioni di questo tipo - commenta Anselmo Botte, segretario Cgil Salerno - sono assolutamente inutili e non risolvono il problema del degrado. Abbiamo anche coinvolto l'amministrazione comunale di Eboli, e dopo una visita nel ghetto, nei mesi scorsi, si era convenuto di risolvere il problema cercando di trovare soluzioni alternative. L'intervento di oggi vanifica ogni tentativo di mettere in piedi politiche di accoglienza nei confronti di questi migranti».
«L'azione delle forze dell'ordine e della magistratura, che questa mattina ha portato allo sgombero dell'ex Apoff, con il recupero di area e strutture, già oggetto di confisca alla criminalità organizzata, è un segnale forte a tutto il territorio in termini di legalità», sottolinea invece il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, in merito alle operazioni di
sgombero dell'ex fabbrica di Santa Cecilia, «dove alloggiavano irregolarmente 36 immigrati extracomunitari». «Sottolineo come Procura di Salerno, Prefettura, Questura e Comando provinciale dei Carabinieri - aggiunge il primo cittadino - siano stati sensibili alle nostre sollecitazioni che indicavano in quest'azione una necessità, al fine di ripristinare la legalità, restituire alla pubblica fruibilità l'intera area e lanciare un messaggio di fiducia all'intero territorio». «Ora - ipotizza - occorre che tutta l'area venga messa in sicurezza, anche per evitare che in futuro si ripetano occupazioni abusive. Sarà necessario anche programmare al più presto l'investimento di risorse in quell'area, dove occorre immediatamente andare alla bonifica dall'amianto. Quell'area può rappresentare un volano anche per una parte dell'economia del territorio, trattandosi di un bene confiscato che dovrà essere utilizzato a fini pubblici e sociali. La nostra amministrazione è pronta come sempre a fare la sua parte lungo la strada del ripristino della legalità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino