SALERNO - Da due giorni gli agenti della polizia penitenziaria, in servizio presso il carcere di Fuorni, rifiutato i pasti presso la mensa di servizio «in forma di...
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«Ormai sono note a tutti, nessuno escluso - prosegue Fattorello - le criticità denunciate, ma ad oggi, non cambia nulla: si registra ancora la chiusura della sesta sezione, che priva così l’Istituto penitenziario di un reparto di isolamento/separazione, creando notevoli disservizi dovuti a carenze operative nella gestione di detenuti sottoposti a particolari regimi penitenziari».
Una battaglia, quella dei sindacati della polizia penitenziaria, che va avanti da tempo per garantire un adeguato organico, al momento ancora carente soprattutto per alcuni ruoli, quali sovrintendenti ed ispettori, ma che non esclude nessuno: «anche gli agenti e gli assistenti risultano essere in sott’organico - si legge ancora nella nota - anche se in maniera minore, ormai da tempo non viene più garantito il turn over per la sostituzione di quel personale che va in pensione con un aumento della mole di lavoro. Non vi sono in alcuni casi, i cambi per fruire della mensa obbligatoria di servizio per le pause pranzo e cene; il lavoro straordinario è divenuto prassi ordinaria e giornaliera e non viene neanche retribuito completamente tanto che dall’esercizio finanziario del decorso anno 2016 risultano accantonate e non retribuite un monte ore di qualche migliaio di ore.
Non si riesce a portare a termine una organizzazione del lavoro interno più volte sollecitata e bisogna denunciare anche episodi di attività antisindacale da parte dei vertici del reparto della polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Salerno che hanno tentato di limitare le prerogative sindacali, la libertà e la democrazia spettante ad una giusta azione di rappresentatività prevista dallo Statuto dei Lavoratori nonché dalle giuste relazioni sindacali previste dalla normativa vigente» .
Sulla questione è intervenuto anche Donato Salzano dei Radicali di Salerno il quale, sempre in una nota stampa, dichiara che «la lotta degli agenti penitenziari, della Uilpa, -così come del Sappe, ndr -è la nostra lotta» ricordando il "solitario" sciopero della fame (ormai giunto al ventesimo giorno, di Rita Bernardini per la riforma zdel processo penale e dell'ordinamento penitenziario. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino