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La legge del gruppo, la rabbia di un tradimento ed una confidenza tra donne che (forse) non andava fatta. Sono questi, in sintesi, gli elementi che hanno fatto scattare l’azione criminale che ha portato ieri mattina gli agenti della Squadra mobile all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per Biagio Parisi (già detenuto) ed Alfonso Salvatore, quindi ristretto ai domiciliari Daniela Immediata moglie del boss Parisi ritenuto legato ai fratelli Bisogni e a Francesco Mogavero, insomma gli eredi del gruppo criminale Pecoraro-Renna. A carico dei tre la procura di Salerno ha ipotizzato (e il gip Marilena Albarano ha condiviso le accuse) il reato di estorsione aggravata dal metodo camorristico.
Vittime dei tre, una coppia che avrebbe avuto in passato rapporti d’affari con loro e che sarebbero passati dall’essere sodali all’essere vittime di estorsione. Il primo ad aver avuto rapporti con il gruppo che faceva capo a Parisi era stato il marito, D.P., il quale, durante un periodo di crisi con la moglie, S.G., aveva lasciato Battipaglia. La seconda ad aver poi intessuto rapporti con Parisi, sarebbe stata proprio la donna la quale, dopo la partenza del marito, avrebbe iniziato a fare la escort. Una attività della quale avrebbe fatto parola proprio la Immediata.
La denuncia risale al periodo tra luglio ed agosto dello scorso anno quando D.P., preoccupato delle minacce di Salvatore (meglio conosciuto negli ambienti criminali come Lello ‘o Metallaro) che aveva detto alla moglie S.G. che se non pagava le avrebbe fatto «una mala azione», contattò la Squadra mobile per denunciare quanto accaduto. Le indagini prendono il via da quella denuncia. Viene anche sentita la moglie la quale ha poi confermato tutta la ricostruzione dei fatti del marito, spiegando anche di aver avuto uno «sconto» sulla richiesta estorsiva perché, causa pandemia e una grave malattia del marito, aveva lavorato poco. In pratica Parisi, avvisato dalla moglie che a sua volta faceva da intermediaria tra lui e Salvatore, gli aveva consentito di consegnare 350 euro invece che 700/800 a settimana. Il pagamento avveniva sempre di venerdì. Ma anche 350 euro erano troppe e la donna per cinque settimane aveva dato all’emissario di Parisi soltanto 200 euro. Di qui le ultime minacce che preoccuparono il marito e misero in fuga la coppia. Minacce non solo verbali. La stessa S.G. aveva ritenuto «una sorta di sfregio» aver trovato a casa sua un vetro rotto con un giubbino appeso fuori. La coppia in fuga, diretta verso il nord, fu però fermata lungo il viaggio e le furono trovati addosso 32mila euro provento dell’attività di prostituzione di S.G.. Un altro tassello importante anche per le indagini salernitane. Di qui la richiesta della procura al giudice per le indagini preliminari ed i provvedimenti notificati nella giornata di ieri.
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Il Mattino