Fabbricavano bombe su ordinazione: quattro arresti

Fabbricavano bombe su ordinazione: quattro arresti
Fabbricavano, su ordinazione, bombe da guerra dal potenziale esplosivo micidiale, capaci di produrre effetti devastanti. In quattro sono finiti ieri in manette. Tutti...

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Fabbricavano, su ordinazione, bombe da guerra dal potenziale esplosivo micidiale, capaci di produrre effetti devastanti. In quattro sono finiti ieri in manette. Tutti pregiudicati, già noti alle forze dell’ordine, di età compresa tra i 20 ed i 60 anni. In azione i militari della sezione operativa della direzione investigativa antimafia di Salerno, che hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali per fabbricazione di materiale esplodente emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nocera Inferiore Giovanni Pipola su richiesta della procura.

Destinatari dei provvedimenti restrittivi quattro pregiudicati: Pasquale Panariello, 20 anni, di Scafati, Antonio Palma, 47 anni, di Boscoreale, Giuseppe Barbato, 60 anni, di Angri e Luigi Verdoliva, 20 anni, di Sant’Antonio Abate. Custodia cautelare in carcere per i primi due, arresti domiciliari per gli altri. Una quinta persona risulta indagata per lo stesso reato. Si tratta di un 47enne di Terzigno nei confronti del quale l’autorità giudiziaria non ha ritenuto vi fossero i presupposti per l’emissione di un provvedimento cautelare. Numerose le perquisizioni domiciliari effettuate nel corso dell’attività di indagine, avviata nel mese di settembre dello scorso anno. Perquisizioni che hanno consentito agli investigatori di rinvenire e sottoporre a sequestro ingenti quantitativi di esplosivo, in parte racchiuso in un ordigno fabbricato dal Panariello con la complicità degli altri indagati, a ciascuno dei quali sembra fosse assegnato un preciso compito nelle varie fasi di produzione del materiale. 



È stato grazie ad un lavoro investigativo certosino e paziente, scandito da numerosi servizi di osservazione, attività tecniche e videosorveglianza, se il personale della sezione operativa della Dia di Salerno ha potuto riscontrare la responsabilità dei cinque indagati rispetto alla fabbricazione di un ordigno esplosivo da guerra del peso complessivo di circa tre chili e mezzo. Agli indagati è contestata anche la detenzione di molteplici elementi esplosivi che avrebbero consentito di produrre, secondo gli investigatori, altre bombe dallo stesso potenziale distruttivo. Nello specifico: 17 artifizi pirotecnici, denominati in gergo spolette, 140 centimetri di miccia pirotecnica alla polvere nera, 3,6 chili di miscuglio di polvere pirotecnica di colore grigio e 8,4 chili di perclorato di potassio in polvere. Le indagini proseguono e mirano a stabilire con certezza quale fosse il raggio territoriale di competenza degli indagati e se vi sia un collegamento con gli attentati dinamitardi che si sono verificati negli ultimi tempi nel territorio dell’agro nocerino, in particolar modo nella città di Nocera Inferiore. scafati

 

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Il Mattino