Addio a Franco Gravagnuolo, decano del commercio

Addio a Franco Gravagnuolo, decano del commercio
Ci era sembrato strano, da qualche anno, non vederlo a Natale raggiungere il suo storico negozio di biancheria, in via Velia, indossando il simbolico berretto rosso ispirato alla...

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Ci era sembrato strano, da qualche anno, non vederlo a Natale raggiungere il suo storico negozio di biancheria, in via Velia, indossando il simbolico berretto rosso ispirato alla festa. Franco Gravagnuolo, sorriso cordiale e giornale appena acquistato in edicola tra le mani, non lesinava saluti e discorsi. Parlare con lui era acquisire giudizi obiettivi, densi di onestà intellettuale e sapienza.


Quel «signore d'altri tempi», punta di diamante del commercio salernitano, si è spento a 95 anni, nella sua abitazione in via Dei Principati, dopo una vita dedicata al lavoro, alla famiglia, alla conoscenza. Pochi anni fa lo aveva lasciato la moglie, nobildonna e inseparabile compagna di vita. E lui, silenziosamente, con la discreta signorilità che lo distingueva, si era allontanato dall'attività commerciale, lasciando le redini dell'azienda al figlio Adolfo, anch'egli figura storica del commercio cittadino, ex presidente dell'Ascom e componente della giunta camerale, nonchè grande tifoso della Salernitana. Padre e figlo, legati a doppio filo nella vita e nel lavoro. Sarà triste non vederli più insieme, dietro al banco dell'elegante negozio in via Velia, sfogliare insieme il giornale, commentarlo, entrare nel cuore della vita cittadina, condividere con i clienti quel rapporto comunicativo e affettuoso che appartiene ai commercianti di un tempo. La famiglia Gravagnuolo, originaria di Cava de' Tirreni, ha origini nobili.

Franco, parente dell'ex sindaco della città metelliana, aveva ricevuto nel 2011 il Premio Longevità Commerciale. Le sue vetrine, raffinate e luminose soprattutto a Natale, allestite con pregiati tessuti e fogge sempre particolari, erano state premiate nel 2013 con il fregio «Vetrina Tricolore». Una tradizione che il figlio Adolfo ha mantenuto intatta, accompagnando il passeggio cittadino, fino all'Epifania, con scenari di sobria bellezza che catturano lo sguardo e fanno dello shopping un momento di deliziosa riflessione sul valore delle tradizioni. Ora Franco non c'è più. Sarà difficile passando nella centrale strada, non ritrovare i suoi modi garbati, la disponibilità al dialogo e all'ascolto, l'esperienza nelle parole, talvolta nostalgiche.

 


«Era dispiaciuto per l'evolversi negativo del commercio - ricorda Enzo Todaro, decano dei giornalisti e presidente dell'Associazione giornalisti salernitani - nello sviluppo dell'economia aveva creduto fermamente. Per lui, che aveva dato tanto al settore, assistere a un progressivo decadimento era doloroso e deludente». Parla con rimpianto, Todaro, di quell'amico con cui ha condiviso tante opinioni, talvolta discordanti ma sempre democratiche. «Mancherà al commercio salernitano - rivela - e a tutti noi. Ci mancheranno il suo interesse per il giornalismo, i fatti di cronaca, la sua apertura al mondo. Resta esempio di un lavoro svolto con passione e competenza». Mancherà ai figli, Adolfo e Bianca, al genero Bruno, alla nuora Flora, ai nipoti e pronipoti che avranno sempre in lui un punto di riferimento. Oggi alle 9,45 l'addio al «galantuomo del commercio» nella chiesa di S. Paolo e Pietro in Camerellis.
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Il Mattino