​Maria Rosa, pugnalata dal marito mentre era disarmata: dubbi sulla dinamica del femminicidio di Battipaglia

L'idraulico 39enne Marco Aiello ieri ha ricostruito i fatti nell’interrogatorio di garanzia. Al vaglio le fasi dell’aggressione, s’attende la perizia psichiatrica

Il luogo del femminicidio
Ha afferrato il coltello quando la moglie aveva già riposto il suo e l’ha colpita mentre la donna era a mani nude. Ha detto di non essersi reso conto di quello che...

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Ha afferrato il coltello quando la moglie aveva già riposto il suo e l’ha colpita mentre la donna era a mani nude. Ha detto di non essersi reso conto di quello che stava facendo Marco Aiello, l’idraulico 39enne, finito dietro in carcere con l’accusa di omicidio volontario con dolo d’impeto per aver accoltellato e ucciso Maria Rosa Troisi all’interno della loro villetta in via Flavio Gioia in località Lido Lago a Battipaglia. Ieri, davanti al gip, l’indagato che venerdì mattina ha provato a togliersi la vita, ha sostenuto l’interrogatorio di garanzia. Assistito dall’avvocato Leopoldo Suprani, Aiello ha ribadito la stessa versione dei fatti già resa nell’immediatezza del delitto. In circa sessanta minuti di interrogatorio, l’indagato ha ripercorso le concitate fasi di quel litigio sfociato in omicidio. Ha ribadito di aver chiamato lui i carabinieri quando la moglie, afferrando un coltello da cucina, lo avrebbe minacciato di morte e ha confermato nuovamente anche il movente: la gelosia da cui ormai era ossessionato dopo aver scoperto, a suo dire, che la madre dei suoi figli lo tradiva. E proprio ai bambini va costantemente il pensiero di Aiello che, ieri mattina, prima dell’interrogatorio e in evidente stato di choc, ha chiesto all’avvocato notizie dei suoi figli, due bambini di 8 e 10 anni affidati per il momento ai nonni paterni. Toccherà ora agli inquirenti, anche sulla base dei risultati della perizia psichiatrica richiesta dall’avvocato e in base a quanto emergerà dall’esame autoptico, vagliare la veridicità del racconto dell’idraulico

La versione resa dall’uomo potrebbe infatti non convincere fino in fondo il sostituto procuratore Licia Vivaldi, titolare del fascicolo: perché quella mattina, prima di uccidere la moglie, Aiello ha portato i bambini a casa dei nonni? E quella telefonata al 112 per chiedere aiuto è stata fatta davvero prima del delitto? Sono tanti i nodi da sciogliere e la dinamica del delitto ancora non appare chiara. Aiello, intanto, resta sotto osservazione a causa delle precarie condizioni psichiatriche: venerdì mattina il 39enne ha provato a togliersi la vita tagliandosi la gola con un coccio di porcellana del bagno della cella d’isolamento. Una modalità, quella con la quale aveva deciso di farla finita, che ricalca lo stesso modo in cui mercoledì mattina ha ucciso la moglie.

Il taglio che l’idraulico si è provocato alla gola era, però, poco profondo e non ha intaccato alcun organo vitale. Aiello è stato soccorso dagli agenti della polizia penitenziaria che lo controllavano a vista e lo, medicato all’ospedale San Leonardo poi è tornato in cella

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Il Mattino