Fallimento e truffa, professionista di Nocera in silenzio dinanzi al Gip

L'uomo, approfittando della propria posizione di curatore fallimentare e in assenza di autorizzazioni, avrebbe realizzato un'operazione di investimento di 3 milioni di euro, vincolando liquidità dell'attivo fallimentare

Il tribunale di Nocera Inferiore
Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere G.D., il professionista interdetto dalla professione per un anno, con le accuse di truffa, falsità ideologica...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere G.D., il professionista interdetto dalla professione per un anno, con le accuse di truffa, falsità ideologica e materiale commessa su atti di fede privilegiata e per interesse privato del curatore negli atti di un fallimento, relativo ad un'industria conserviera. Difeso dal legale Pierluigi Spadafora, ha scelto per ora di non rispondere alle domande del giudice.

Non è escluso, ora, un ricorso al tribunale del Riesame. Da indagini della Guardia di Finanza di Salerno, coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore, il professionista, approfittando della propria posizione di curatore fallimentare e in assenza di autorizzazione del comitato dei creditori e del giudice delegato, avrebbe realizzato un'operazione di investimento di 3 milioni di euro, vincolando liquidità dell'attivo fallimentare. In particolare, distraendo gli interessi generati dall'operazione speculativa, pari ad oltre 13mila euro, trasferendone poi l'importo su un rapporto di conto corrente personale, radicato presso un istituto bancario di diritto estero. L'operazione sarebbe stata realizzata attraverso il confezionamento di un falso mandato di pagamento in favore del professionista, che avrebbe recato il logo «fittizio» della Repubblica e la contraffazione dell'attestazione grafica della firma digitale del giudice delegato.

Il gip aveva disposto anche un sequestro preventivo di una somma pari a circa 18mila euro. I fatti vanno dal 2019 al 2020. L'inchiesta partì dopo la segnalazione di anomalie riscontrate dal giudice delegato nell'ambito della procedura fallimentare.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino