Frana di Sarno, 20 anni dopo è scontro sui risarcimenti ai familiari delle vittime

frana sarno
Duro botta e risposta tra l’associazione dei familiari delle vittime della frana del 5 maggio 1998 ed il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, rispetto ai risarcimenti. Una...

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Duro botta e risposta tra l’associazione dei familiari delle vittime della frana del 5 maggio 1998 ed il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, rispetto ai risarcimenti. Una vicenda di ombre ed interrogativi che si trascinano da tempo dalle sedi istituzionali a tutti i livelli - tra Comune e Governo centrale - alle aule dei tribunali. Una nota aspra quella di “Rinascere” che fa seguito alle dichiarazioni del primo cittadino. “Nessun supporto abbiamo avuto, - dicono i familiari delle vittime -  l’amministrazione chiese di approvare nel dicembre 2015 un emendamento alla Legge di stabilità 2016 che annullava i diritti acquisiti dai parenti delle vittime in seguito a quella sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato i responsabili. Solo una correzione del Parlamento ha sanato quel vulnus giuridico. Inoltre, il Comune, tramite avvocati esterni, ha proposto appello incidentale in merito alla sentenza di quantificazione in favore dei parenti delle vittime, contro cui nemmeno l’Avvocatura dello Stato si è opposta”.  


Il sindaco Canfora aveva espresso vicinanza ai familiari delle vittime sottolineando alcuni punti della strada avviata dall’ente per non calpestare i diritti dei cittadini toccati dalla tragedia ed anche per evitare il tracollo finanziario. “Questa amministrazione ha subito pagato le provvisionali, dopo tre anni di attesa, per quasi quattro milioni di euro. Ha agevolato, grazie alla presenza dell’assessore Viscardi, le transazioni richieste alla commissione prefettizia da una trentina di parenti delle vittime, per cui saranno pagati nei prossimi giorni anche coloro che non avevano fatto causa. L’Avvocatura dello Stato, in appello, ha chiesto la condanna del sindaco di allora nonché del Comune al pagamento dell’intera somma o del 90per cento, in via subordinata del 66 per cento. A quel punto, d’accordo con gli uffici, sono stati nominati gli avvocati esterni che hanno attuato, autonomamente, le difese. In mancanza ci sarebbe stato il dissesto dell’ente costretto a pagare tutta la somma come richiesto oltre ad una sicura condanna della Corte dei Conti. La difesa ha anche aiutato i parenti delle vittime della frana: l’Avvocatura resasi conto delle forza dei nostri avvocati sta pagando senza aspettare l’esito, anche per evitare procedure esecutive costose”.   Leggi l'articolo completo su
Il Mattino