Sono nove i licenziamenti ufficializzati dalla Sita nei giorni scorsi, destinati ad altrettanti lavoratori ritenuti “infedeli” nell’ambito di un’indagine...
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Inizialmente i lavoratori sospesi erano dieci, solo uno di loro è riuscito a convincere l’azienda a non licenziarlo per giusta causa, fornendo motivazioni, spostamenti e prove che hanno attestato la correttezza della sua condotta nei riguardi dell’azienda. «Ci siamo visti costretti a prendere questo provvedimento per il quale non gioiamo affatto - ha spiegato il direttore di Sita Sud Simone Spinosa -. La legge ed alcune recenti pronunce della corte di Cassazione ci hanno messo nelle condizioni di ricorrere a strumenti che ci consentissero di verificare la corretta condotta dei dipendenti che usufruiscono dei permessi garantiti dalla legge 104. Avevamo avuto sentore che potesse esserci qualcosa che non andava, sospettavamo che ci fossero persone scorrette. Li abbiamo scoperti, hanno avuto la possibilità di spiegare ma evidentemente le motivazioni addotte non sono risultate consone. Per questi motivi, non certo a cuor leggero, abbiamo avviato il licenziamento».
L’azione della Sita ha portato, solo nella stessa azienda, al ritiro spontaneo di nove richieste di permessi per assistenza familiare sui 34 che ne usufruivano in origine. «E’ chiaro che quanto accaduto - ha proseguito il direttore di Sita Sud - ha allarmato alcuni dipendenti. Qualcuno che forse poteva giocare al limite della legittimità potrebbe aver fatto un passo indietro. È un problema di correttezza verso l’azienda che ti da lavoro ed anche verso i colleghi che, proprio in materia di assistenza e solidarietà, hanno dimostrato grande apertura e vicinanza quando c’è stato bisogno». Oltre ai furbetti della 104 potrebbero però arrivare presto molte novità: sempre una recente pronuncia della Corte di Cassazione, datata 16 agosto, ha stabilito che un’azienda può avvalersi dei servizi di un’agenzia di investigazione per accertarsi che un lavoratore non utilizzi eventuali precarie condizioni di salute come scusa per non recarsi al lavoro. «C’è questa novità - ha concluso Spinosa - vedremo se ci sarà utile per individuare altre scorrettezze». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino