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Avrebbe fatto partorire sette pazienti in ospedale, ma lo avrebbe fatto mentre era positivo al Covid-19. Per questa ragione, un medico ginecologo dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore risulta indagato dalla Procura. Sono i contorni di un’inchiesta condotta dai carabinieri della stazione di Nocera, coordinata dal sostituto Roberto Lenza, a seguito di un lavoro investigativo che ha fornito diversi riscontri nell’attuale fase preliminare. L’ipotesi di reato che viene mossa al professionista è la violazione dell’articolo di un regio decreto del 27 luglio 1934, il “Testo unico delle leggi sanitarie”, che punisce chiunque non osservi un ordine «legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva». A questa contestazione, viene integrata quella della normativa in materia Covid aggiornata due anni fa, durante l’esplosione della pandemia in Italia.
I fatti che riguardano il professionista, infatti, risalgono al mese di novembre del 2020. Stando agli elementi raccolti dai carabinieri prima di controlli e verifiche di rito, il ginecologo avrebbe assistito o comunque fatto partorire almeno sette donne in ospedale. Nel periodo di riferimento, diventato poi oggetto d’indagine, il professionista risultava assente per malattia, dato che aveva contratto il Covid.
L’indagine non è ancora conclusa. La Procura potrebbe valutare anche la sussistenza di eventuali responsabilità nei confronti del personale dipendente dell’ospedale, nei giorni indicati per i singoli interventi. Il ginecologo, a sua volta, potrà fornire eventuali chiarimenti ed elementi sufficienti per una sua difesa, una volta che l’attività investigativa sarà conclusa. I carabinieri avrebbero avviato l’indagine dopo una serie di elementi raccolti proprio in relazione ai primi interventi. Il periodo è la fine del 2020, quando il governo decise di applicare una serie di restrizioni sul territorio nazionale, in settori come la mobilità, l’apertura delle attività commerciali e la scuola. Inoltre, le stesse Regioni, in base ad uno scenario di “elevata” o “massima gravità”, avevano a loro volta imposto norme per contenere la diffusione del contagio. In quel periodo la Procura di Nocera raccolse diverse denunce sporte da alcune famiglie, riguardo la morte per Covid dei propri cari, la cui malattia - questo si ipotizzava - poteva essere stata trasmessa proprio da personale sanitario durante il periodo di ricovero. Denunce finite poi archiviate, perchè prive di riscontro.
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