Marzia Capezzuti trovata cadavere, uno degli indagati finisce in carcere per evasione

Vito Vacchiano era ai domiciliari per concorso in rapina

Marzia Capezzuti trovata cadavere, uno degli indagati finisce in carcere per evasione
È stato prelevato da casa nella mattinata di ieri dai carabinieri che gli hanno notificato una misura di aggravamento della pena e condotto in carcere a Fuorni. Vito...

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È stato prelevato da casa nella mattinata di ieri dai carabinieri che gli hanno notificato una misura di aggravamento della pena e condotto in carcere a Fuorni. Vito Vacchiano, il figlio di Barbara, la donna che ospitava a casa Marzia Capezzuti, la ragazza scomparsa da Pontecagnano Faiano, era ai domiciliari per concorso in rapina i danni di una vecchietta. Difeso dall’avvocato Pierluigi Spadafora, da ieri è in carcere per evasione dagli arresti domiciliari. L’episodio contestato è avvenuto il 25 ottobre scorso quando una troupe della trasmissione televisiva «Chi l’ha visto?» si presentò fuori la sua abitazione, dopo il ritrovamento del cadavere senza identità in un casolare di Santa Tecla, per fargli qualche domanda. Il giovane, 21 anni, prima aprì la finestra e chiese ai giornalisti di allontanarsi, poi li minacciò di far uscire i cani. Quando gli animali furono liberi, molto docilmente si fecero accarezzare dai giornalisti, mentre lui uscì di casa e si allontanò nel cortile, girò l’angolo e sparì. Un episodio, interamente ripreso dalle telecamere, visto dagli investigatori e dalla procura di Salerno che ha immediatamente chiesto un aggravamento della misura. 

Ventuni anni e qualche precedente penale. La macchia più grave sul suo curriculum, è di aver partecipato al pestaggio di uno straniero, assieme ad altri amici, a seguito di un battibecco. Il ragazzo, alle domande dei giornalisti su quanto accaduto a Marzia, ha sempre negato di avere responsabilità dichiarando apertamente l’innocenza sua e della sua famiglia. Anzi, ha anche raccontato di trovarsi bene con lei tanto da giocare spesso alla Playstation. È però indagato per omicidio, sequestro di persona, lesioni ed occultamento di cadavere assieme alla madre, al compagno di questa e ad altre due persone. Accusati solo di sequestro di persona e lesioni, anche la sorella e il fratellastro nato dalla relazione tra la madre e Damiano Noschese. 

Scadranno a metà di questa settimana, intanto, i dieci giorni di tempo che l’avvocato Spadafora, legale della famiglia Vacchiano-Noschese, aveva per richiedere al gip la nomina di un perito super partes per eseguire gli esami autoptici sul corpo senza identità ritrovato nel casolare di campagna di Faiano. La parola sul caso, dunque, passa ora al tribunale di Salerno che dovrà dare una accelerata sulle procedure consapevoli del fatto che c’è una famiglia, quella della 29enne scomparsa, che attende risposte e sette persone, tra le quali un quindicenne, indagati e in attesa di capire quale sarà il loro futuro.

La procura di Salerno e i carabinieri del comando provinciale avrebbero già chiare tutte le responsabilità.Anche se si sta lavorando ancora in maniera intensa per chiudere definitivamente il cerchio. E l’identificazione di quel corpo, sul quale nessuno ha dubbi che possa essere di Marzia, è l’anello mancante. 

Il fascicolo su Marzia Capezzuti in un primo momento è stato aperto per scomparsa di persona, ma a settembre di quest’anno le indagini hanno preso una piega diversa: la procura di Salerno ha iniziato a cercare un cadavere e non più una persona scomparsa. Sul registro degli indagati sono state iscritte cinque persone per omicidio ed occultamento di cadavere, tutte difese dall’avvocato Pierluigi Spadafora. Tre di queste vivevano con la 29enne. Si tratta di Barbara Vacchiano, 46 anni, cognata di Marzia; il marito Damiano Noschese di 36 anni; e il figlio ventenne della donna, Vito Vacchiano. Gli altri due, amici di Noschese, secondo le ipotesi investigative avrebbero avuto un ruolo marginale tutto ancora da chiarire. Poi, quando è arrivata la notifica per gli accertamenti tecnici irripetibili, sono comparsi anche i nomina di Annamaria Vacchiano ed el fratellastro minorenne (quest’ultimo indagato dalla procura dei Minori). Marzia viveva con Barbara Vacchiano, sorella del suo fidanzato (trovato morto nel 2019 in un sottopasso a Scampia per una overdose) e la sua famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato alla luce una storia di disagio e di violenza. Nelle ultime telefonate fatte da Marzia alla famiglia, la giovane donna avrebbe prima chiesto aiuto al padre perché le avevano fatto firmare delle carte e le prendevano i soldi (l’ipotesi è che la famiglia Vacchiano-Noschese abbia chiesto un finanziamento le cui rate venivano pagate con la pensione di Marzia) e poi aveva annunciato di essere incinta.

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Il Mattino