Il sindaco e i siti pedopornografici «Non si sono aperti da soli»

Il sindaco e i siti pedopornografici «Non si sono aperti da soli»
ROFRANO - «Risulta senz’altro singolare e pertanto non credibile che da una navigazione su comuni siti porno possano aprirsi del tutto involontariamente e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROFRANO - «Risulta senz’altro singolare e pertanto non credibile che da una navigazione su comuni siti porno possano aprirsi del tutto involontariamente e così agevolmente oltre 500 siti di natura pedopornografica e che altrettanto casualmente sia confluito sul computer dell’imputato un files contente circa 800 immagini di carattere pedopornografico». È scritto nero su bianco nelle motivazioni della sentenza di condanna del sindaco di Rofrano Nicola Cammarano. Il primo cittadino a chiusura del processo di primo grado celebrato presso il tribunale di Vallo della Lucania é stato condannato ad un anno di reclusione. La sentenza del presidente Gaetano De Luca è stata emessa nello scorso mese di luglio. Nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni. «Non vi è alcun dubbio che il Cammarano abbia consapevolmente scaricato e detenuto il materiale confluito nella cartella denominata “video6”». È in quella cartella che la guardia di Finanza di Vallo della Lucania durante un controllo fiscale ritrovò il materiale pedopornografico. 


 Nella sentenza di condanna si legge che «I dati esposti durante il dibattimento convergono tutti verso una consapevole condotta di scarico del materiale pedopornografico, l’imputato poi successivamente all’attività di download ha consapevolmente detenuto il materiale». Ciò emerge in maniera lampante dalle stesse dichiarazioni dell’imputato che nel corso dell’esame ha affermato di «avere aperto due o tre cartelle di essere stato particolarmente colpito da alcune foto che ritraevano una ragazzina e una donna più adulta e infine di aver lasciato tali foto sul computer quasi per una sorte di negligenza o dimenticanza».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino