Vibonati, fu separata dalla sua piccola alla partenza con il barcone: la ritrova dopo 11 mesi in un centro di accoglienza ad Agrigento

La storia di una giovane mamma immigrata dalla Guinea e inserita in un progetto a Vibonati: ritrova la figlia dopo 11 mesi

La mamma immigrata e la sua piccola
Un anno di attesa e un abbraccio tra lacrime silenziose. La commozione tutto intorno mentre Makan porta al petto la sua figlia, Makon, in una struttura di accoglienza a Naro, alle...

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Un anno di attesa e un abbraccio tra lacrime silenziose. La commozione tutto intorno mentre Makan porta al petto la sua figlia, Makon, in una struttura di accoglienza a Naro, alle porte di Agrigento. In Sicilia la 35enne della Guinea è arrivata partendo da Vibonati ma per giungere ad abbracciare sua figlia il viaggio è stato ben più lungo. Tutto ha avuto inizio quando nel 2020 la donna, in attesa, è fuggita con due sue figlie dalla Guinea, ha attraversato il deserto e giunta a Sfarx in Tunisia. Qui ha partorito Makon. Undici mesi dopo ha deciso che era giunto il momento di partire per l’Italia. Con le tre figlie si è recata sul luogo della partenza e chiesto a persone vicine, nella calca dell’imbarco. La più piccola è rimasta in braccio a una persona che non è riuscita a salire sul barcone tra le urla della mamma. 



Makan a Lampedusa non ha raccontato l’episodio, non si fidava. Dopo alcuni mesi di permanenza a Ferrandina, in Basilicata, è arrivata al Sai di Vibonati che accoglie famiglie e qui ai responsabili della cooperativa Tertium Millennium ha raccontato della piccola. Si è attivata quindi una task force per rintracciarla. Un’impresa che sembrava disperata. E invece. Invece no. Vengono attivati i canali istituzionali, la Croce Rossa Italiana e il Servizio Centrale della rete Sai e grazie all’opera della cooperativa del presidente Antonello Calandriello, del supporto della Questura guidata da Giancarlo Conticchio, del Commissario capo Raffaele Ottati, della Prefettura di Salerno e del console tunisino, il salernitano Salvatore Memoli (la sua azione e le sue conoscenze in Tunisia sono state fondamentali) la piccola è stata rintracciata. Incredilmente. Ma quando l’incubo di mamma Makan sembrava finito si sono perse le tracce della piccola. Di nuovo. A un certo punto si è scoperto che era su un barcone verso Lampedusa con una sconosciuta. Sbarcata in Sicilia, il lavoro del commissario Ottati, dell’equipe della cooperativa e della Questura siciliana è stato repentino e la bimba è stata rintracciata. Era il 19 luglio. Una videochiamata e per la prima volta la mamma ha potuto rivedere sua figlia. 

È stato quindi avviato l’iter per il ricongiungimento e ieri mattina una squadra composta dal responsabile dei trasporti Giovanni Polito, di Carmen Rubino, vice presidente della cooperativa, dell’operatore sanitario Annamaria Vallinoto e del mediatore Charles Saman ha accompagnato Makan fino in Sicilia, fino a quell’abbraccio silenzioso e accompagnato da silenzio e lacrime di gioia. «Sono la persona più felice al mondo - ha detto la mamma - ed è tutto merito della cooperativa Tertium Millennium». «Abbiamo sin da subito seguito tutto l’iter legale con il nostro avvocato Milena Imparato – ha spiegato Antonello Calandriello presidente della Cooperativa - e siamo felici che questa storia sia giunta a lieto fine. Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato». 

Makan accolta nel progetto Sai di Vibonati è già da un anno inserita in un percorso di integrazione. È iscritta alla scuola guida, ha conseguito l’attestato A2 di Lingua Italiana, la certificazione HCCP, ha svolto un tirocinio professionale presso una lavanderia industriale e a breve inizierà un altro tirocinio in un’azienda del territorio ma prima tornerà a occuparsi a tempo pieno della sua figlioletta ritrovata grazie a un miracolo fatto da uomini e donne.

«Voglio restare a vivere a Vibonati con le mie figlie e ora che ho ritrovato la mia adorata Makon il mondo è molto più bello».

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Il Mattino