SALERNO - Luca aspettava e Alba era lì. Aveva 30 giorni Alba quando, diventata adottabile perché la sua mamma non se l’è sentita di tenerla,...
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Incontrare Alba, quindi, è stato per Luca un destino scritto. «Alba è il mio orgoglio, sono felice di essere suo padre. È una bambina allegra, esuberante, tosta, ma anche tanto determinata e forte. Già facciamo logopedia e psicomotricità, perché bisogna iniziare subito, da piccolissimi. È una bambina che dà tanto affetto». La piccola ha cambiato la sua vita, il suo mondo e le sue prospettive. «Cambiata, nell’organizzazione, nella fatica, nelle preoccupazioni, nei pensieri. Ma Alba non è stata una scelta di serie B. Potevo, come single, accedere solo al registro dei single che il tribunale di Napoli ha istituito per i casi speciali, quelli rifiutati. Ma Alba è per me una figlia uguale a tutti gli altri. Non la cambierei, lei è bella così com’è». Eppure tanti l’hanno rifiutata. «Non giudico chi lo ha fatto – dice – Non erano preparate quelle coppie, la società non accompagna i genitori disabili, la disabilità è vista come un problema della famiglia di appartenenza e non della comunità. E scappano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino