Sigilli al villaggio dell'ex colonnello: «Un albergo senza permessi»

Sigilli al villaggio dell'ex colonnello: «Un albergo senza permessi»
Opere ed interventi abusivi, la procura di Nocera Inferiore ottiene il sequestro preventivo del «Korè Village», il noto complesso immobiliare a Nocera Superiore...

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Opere ed interventi abusivi, la procura di Nocera Inferiore ottiene il sequestro preventivo del «Korè Village», il noto complesso immobiliare a Nocera Superiore di proprietà dell’ex colonnello dell’esercito, Giuseppe D’Auria. Il 69enne è stato già coinvolto, qualche mese fa, in un’inchiesta per estorsione nei riguardi di trentaquattro dipendenti, operativi in diversi punti vendita che, fino a gennaio, erano gestiti da due delle sue società. E dalle quali lo stesso si era poi dimesso. 


Condotta dal sostituto procuratore Anna Chiara Fasano, vede indagati per abuso edilizio in concorso oltre a Giuseppe D’Auria, anche Raffaele Fasolino e Antonio Bisogno. Questi ultimi due, progettista e direttore dei lavori e legale rappresentante della ditta esecutrice. Sullo sfondo c’è il «Korè Village», l’imponente struttura alberghiera di diecimila metri quadrati inaugurata ad inizio anno, composta da diciotto camere, sale meeting, ristorante, bar, centro fitness, un’ampia spa e un’area beauty. Una struttura che avrebbe mutato la sua originaria destinazione d’uso per diventare complesso alberghiero, senza i dovuti permessi, in una zona ad alto rischio sismico. Ad apporre i sigilli sono stati, ieri mattina, i carabinieri della stazione di Nocera Superiore, con decreto disposto dal gip Giovanni Pipola. 

Alla fine di febbraio i vigili urbani avevano effettuato un parziale sequestro, ma per la procura l’attività va estesa all’intera struttura ricettiva. Perché anche il «piano seminterrato, piano rialzato e piano primo, erano interessati da interventi abusivi». Il complesso, di proprietà della società «4D» (la stessa che aveva in gestione i punti vendita dell’Agro nocerino) è in una zona interessata da vincolo sismico e rischio frane «molto elevato». Le opere contestate sarebbero state realizzate in difformità rispetto ai titoli abilitativi prescritti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino