Potrebbe essere paragonata alla storia di Cenerentola, anche se la figliastra in questione è la compagna del figlio morto. Una donna straniera, rumena, che dopo la...
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Ma non solo. Alla nonna ottantenne che vive nel sud della provincia, è stato anche revocato l’affido sine die dei due ragazzini (il maschietto di 11 anni e la femminuccia di 8), affidati per un anno - il tempo che bambini e mamma facciano un percorso di recupero del rapporto - ai Servizi sociali del Comune di residenza con obbligo per i bambini di vivere presso un’abitazione di famiglia con la nonna paterna e il fratello maggiore, figlio di un precedente matrimonio del padre morto. I servizi sociali, secondo quanto disposto dai giudici del presidente Bruno De Filippis, dovranno seguire il percorso di madre e figli per una riavvicinamento. La storia giudiziaria, seguita dall’avvocato Vicinanza, è però segnata - come si legge nel ricorso proposto - anche da una serie di mancate notifiche e disguidi giudiziari. Mentre quella personale della rumena e della suocera, è caratterizzata da violenze, porte chiuse in faccia e soprusi psicologici di cui anche il più grande dei due bimbi aveva coscienza tant’è che, invitando la madre ad andarli a trovare, la tranquillizava: «non ti faranno del male». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino