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Chi li conosce, sa perfettamente che Enzo Todaro, presidente dell’Associazione giornalisti salernitani e sua moglie Ketty Volpe, esperta Miur, hanno fatto del garbo il loro principale biglietto da visita. Ma la pacatezza dei toni usati per invitare due giovani a indossare la mascherina, non è servita a risparmiare loro un pomeriggio d’inferno, iniziato con una valanga di improperi e terminato con un’aggressione fisica.
Ketty Volpe è sotto choc e non riesce a trovare le parole per raccontare la violenza, a oggi ancora impunita, di cui è stata vittima. «A molti sarà capitato di essere stati mandati al diavolo dopo aver redarguito qualcuno che non adoperava i dispositivi di sicurezza indispensabili per frenare i contagi e vincere il Covid - dice - ma l’arroganza, la violenza e la perseveranza con cui sono stata attaccata, quella non l’avevo fortunatamente mai vissuta».
«Enzo li ha notati, perché erano diretti verso il bar e con fermezza, ma con toni assolutamente pacati, ha chiesto loro di indossarla. Il ragazzo che ce l’aveva al collo l’ha alzata per coprirsi la bocca ed è entrato nell’esercizio commerciale - continua - Il suo amico, invece, ha iniziato a urlare contro di noi. Un crescendo di insulti e minacce, che ci ha spinto a contattare il 113 per segnalare quanto stava avvenendo». Per nulla intimorito, l’uomo ha rincarato la dose, prima strattonando la donna, poi sferrandole due pugni che l’hanno colpita alla spalla e al braccio sinistro. La coppia a quel punto ha richiamato il 113, decidendo di aspettare l’arrivo di una pattuglia. «Ma siccome non è arrivato nessuno, dopo un po’ abbiamo scelto di tornare a casa. Sono basita. Quella persona era mossa da una rabbia inusitata. Non penso di aver mai assistito prima a un tale grado di inciviltà e di incoscienza».
A ferire Volpe non è stata però solo la tracotanza, «ma la povertà umana. Stiamo vivendo una situazione terribile da così tanti mesi che ormai tutti dovrebbero aver capito i pericoli a cui si espongono ed espongono gli altri. E invece non è purtroppo così. Lo Stato siamo noi non è solo uno slogan - incalza - ma è la fotografia di quello che la società dovrebbe interiorizzare. Perché dai comportamenti individuali dipenderà la salute della collettività». Lo spavento c’è stato, ed anche forte: «Non mi aspettavo che quell’uomo mi saltasse addosso. Ma nonostante tutto lo rifarei, sarei prontissima a invitare chiunque mi si presentasse di fronte a mettere la mascherina e a non alzare ulteriormente il livello del rischio. E lo rifarebbe sicuramente anche Enzo, perché sta ad ognuno di noi dare il buon esempio e far comprendere a una quota di irresponsabili cosa sia necessario fare».
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Il Mattino