Niente ricovero, morì in casa a processo il medico del 118

Alfonso Gallo, morto in casa dopo un malore
Lo visitò in casa, senza predisporre un ricovero che forse, stando ad una consulenza, gli avrebbe potuto salvare la vita. Il paziente morì dopo poco. Sarà ora...

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Lo visitò in casa, senza predisporre un ricovero che forse, stando ad una consulenza, gli avrebbe potuto salvare la vita. Il paziente morì dopo poco. Sarà ora un processo a stabilire la verità per un medico del 118, A.F, rinviato a giudizio due giorni fa dal gup Paolo Valiante. L’accusa è di omicidio colposo. Sullo sfondo la morte di Alfonso Gallo, 55enne che aveva lavorato come benzinaio, oltre ad essere stato attivista del Movimento 5 Stelle a Scafati. Il medico, in qualità di addetto al servizio di emergenza 118, risponde di negligenza, imprudenza ed imperizia, oltre che di violazione delle pratiche sanitarie.


Quando giunse in casa del paziente, che presentava sintomi di insufficienza respiratoria e dispnea, avrebbe omesso qualsiasi controllo clinico delle sue condizioni di salute, omettendo il ricovero. Un ricovero che la procura definì «urgente». Era la sera del 3 luglio 2017. La famiglia di Alfonso Gallo, residente in via Cavallaro, allertò il 118 intorno alle 18,30. L’uomo, di 55 anni, era soggetto cardiopatico e da qualche settimana, o poco più, non godeva di ottima salute. Soffriva di una valvulopatia mitralica, una patologia che impedisce il corretto passaggio del sangue durante le contrazioni del cuore. Alfonso Gallo ne era affetto da anni, e si era anche sottoposto ad un’operazione a cuore aperto per evitare complicazioni peggiori in futuro. Quel giorno si trovava in casa con moglie e figlie. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino