«Giudice ostaggio della sua curia», pesanti accuse dopo scandalo gay

«Giudice ostaggio della sua curia», pesanti accuse dopo scandalo gay
«Un vescovo che non dà risposte ai fedeli riguardo gli scandali omosessuali e le orge di ogni genere messe in atto dai suoi presbiteri diocesani, non è un vero...

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«Un vescovo che non dà risposte ai fedeli riguardo gli scandali omosessuali e le orge di ogni genere messe in atto dai suoi presbiteri diocesani, non è un vero Pastore».


Nuovo attacco a monsignor Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi NoceraSarno, in merito al suo silenzio sul coinvolgimento di due parroci diocesani in alcuni festini a luci rosse organizzati tra le province di Napoli e Salerno. 

A puntare il dito contro il silenzio di monsignor Giudice e a gettare un'enorme ombra sulla curia nocerina è Peppe Barone, presidente dell'associazione Anna Onlus.

I nomi e i documenti relativi ai due parroci sarebbero venuti fuori a seguito della pubblicazione di un dossier di 1.300 pagine redatto dall'avvocato napoletano Francesco Mangiacapra, il quale di notte si trasformerebbe in gigolò.

Nelle scorse settimane Barone ha addirittura inviato una lettera a Papa Francesco, chiedendo interventi severi e giusti per ridare dignità all'istituzione ecclesiastica. «Senza intervenire fattivamente con severi provvedimenti disciplinari e allontanamenti per tutelare bambini, giovani e anziani, monsignor Giuseppe Giudice è un vile ignavo, di dantesca memoria, che cerca di coprire se stesso e la curia diocesana per salvare l'onore e la faccia pensando che lo scorrere del tempo possa aiutare a far tacere tutto, a far ritornare tutto come prima - ha affermato Peppe Barone - E invece noi non vogliamo tacere, vogliamo scendere in piazza e metterci la faccia per protestare contro questo sistema vile che poco si distacca dagli agiti mafiosi e camorristici se non peggio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino