Morto dopo due interventi sbagliati tre medici rinviati a giudizio

L'ospedale di Mercato San Severino
CAVA DE' TIRRENI - Dagli ospedali di Mercato San Severino a quello di Cava de’ Tirreni senza che nessuno provvedesse ad operarlo in tempo per una perforazione...

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CAVA DE' TIRRENI - Dagli ospedali di Mercato San Severino a quello di Cava de’ Tirreni senza che nessuno provvedesse ad operarlo in tempo per una perforazione dell’intestino. Sarebbe morto così Filippo Trapanese, 78enne artigiano e artista del ferro battuto del comune metelliano, deceduto in ospedale lo scorso 8 aprile del 2015. Il gup ha rinviato a giudizio tre medici per omicidio colposo: secondo le indagini della Procura di Nocera Inferiore, i tre avrebbero provocato e poi non rimediato in tempo a quella che fu la causa della morte dell’anziano. 


Tutto iniziò il 9 febbraio scorso, quando il 78enne fu ricoverato all’Uoc di chirurgia generale del Santa Maria Incoronata dell’Olmo di Cava per un trattamento legato a una serie di problemi scaturiti da una forma di colecisti. Il giorno dopo ne fu disposto il trasferimento a Mercato San Severino, nel reparto di endoscopia digestiva. In quella sede, il paziente subì un intervento endoscopico retrogado visionato ed effettuato da due medici. Ma durante l’operazione, - per un «non corretto tecnicismo operatorio» - il duodeno (la parte dell’intestino vicina allo stomaco) fu perforato. Con un nuovo trasferimento all’ospedale di Cava, i medici non avrebbero però diagnosticato in tempo quella lesione, omettendo di intervenire una seconda volta chirurgicamente per rimediare a quanto avvenuto nell’altro ospedale. Secondo una consulenza della Procura, la sepsi (infezione) che scaturì dal primo intervento non fu contrastata efficacemente. Filippo Trapanese fu operato infatti solo il 20 febbraio, morendo a causa di una «sequenza fisiopatologica settica a valenza letifera», il successivo 8 aprile. 


La famiglia denunciò la circostanza ai carabinieri, che dietro delega della Procura nocerina avviarono le indagini con il contestuale sequestro delle cartelle cliniche dell’anziano presso i due ospedali. L’iter medico al quale fu sottoposto il 78enne fu ricostruito da una consulenza medico legale, culminata nell’informativa finale inviata alla Procura. Da lì, l’iscrizione nel registro degli indagati di tre medici, due operativi presso l’ospedale di Mercato San Severino e il terzo, in quello di Cava. L’accusa per i tre fu di cooperazione in omicidio colposo. Due giorni fa, si è celebrata l’udienza preliminare a seguito della richiesta della Procura di rinvio a giudizio. La stessa è stata accolta dal gup Giovanna Pacifico, con la fissazione dell’inizio del dibattimento per i tre professionisti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino