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Che fosse vietato giocarvi a pallone o attraversarla in bicicletta o monopattino, era stato chiarito fin dal giorno dell’inaugurazione dalla cartellonistica apposta dall’amministrazione comunale. Che non la si potesse attraversare neppure portando a mano il proprio mezzo, no. Quantomeno non lo era ai ciclisti che ieri mattina si sono imbattuti nelle pattuglie di vigili urbani e carabinieri messe a sorvegliare l’accesso di piazza della Libertà. Qualcuno è stato fatto allontanare, qualcun altro è stato identificato e ad altri ancora è stato interdetto l’accesso, scatenando una polemica social che accende i riflettori su un altro e ben più antico nervo scoperto: l’assenza, o quasi di piste ciclabili.
A denunciare un eccesso di zelo che non è piaciuto a molti salernitani, sono state due pagine Facebook: quella del gruppo Arcan – Salerno cantieri e architettura e quella de I figli delle Chiancarelle. E su entrambe si sono moltiplicati i commenti, tra pochi sostenitori della linea dura e moltissimi perplessi da un rigorismo che rischia di trasformare una piazza pubblica in un salotto privato. «La cosa ci lascia perplessi – spiega Giacomo Santoro di Arcan – anche perché Salerno non ha una pista ciclabile. Il lungomare Trieste è impraticabile perché manca la segnaletica verticale e orizzontale, l’unico tratto è quello che va dalla Concordia a Mercatello». Ma anche qui non sono rose e fiori, chiarisce Vito Addesso dell’associazione ciclistica salernitana Nicola Romano: «Lungo quell’asse ci sono le fermate dell’autobus e addirittura l’uscita di un parcheggio, quindi, nei fatti, non c’è nessuna area dedicata ai ciclisti.
Divieti che però vengono puntualmente infranti, in assenza di una rete di controlli così blindata come accade per piazza della Libertà dove, ricordiamo, è attivo h24 e fino al 31 ottobre un servizio di guardiania privato (costo 21mila euro) sollecitato dagli stessi caschi bianchi, impossibilitati, per carenze di personale, a espletare un monitoraggio così capillare. Ieri mattina è stato lo stesso presidente De Luca, in un video che circola sui social, a redarguire qualche biker che era riuscito a eludere la sorveglianza. «Non ci sono panchine, non ci sono alberi, non si può far giocare i bambini e neppure fare un po’ di sport all’aria aperta – tuona Gisella Romano – Sinceramente mi sfugge il senso di questo spazio, che tra l’altro reputo bello e qualificante per la città. Forse si sta un po’ esagerando». E la pensa così anche Ciro, che, commentando il post de I figli delle Chiancarelle, racconta di essere stato «accerchiato» come se fosse stato «un attentatore islamico», quando «in tutte le piazze del mondo circolano pedoni e ciclisti». C’è anche chi, però, è d’accordo con questa politica, come Mariella Siano: «Chi ha messo il naso fuori da Salerno sa bene che certi divieti esistono in tutte le città europee, da Lisbona a Londra e non solo perché lo prevedono le norme, ma perché certi spazi vanno anche goduti nel silenzio e nella tranquillità che dovrebbero caratterizzarli, lontano dal caos e dagli schiamazzi».
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