Nonna uccisa a Capaccio-Paestum, la lite con la nipote forse per un fidanzato non gradito

Secondo il suo difensore, la giovane «è uscita di testa»

La casa del delitto a Capaccio-Paestum
Inviato a Capaccio Paestum «Siamo sconvolti per quanto accaduto, non c’erano motivi di astio con mia madre e mia figlia non aveva alcun motivo di rancore nei confronti...

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Inviato a Capaccio Paestum

«Siamo sconvolti per quanto accaduto, non c’erano motivi di astio con mia madre e mia figlia non aveva alcun motivo di rancore nei confronti della nonna. Ora dobbiamo soltanto capire cosa sia realmente successo per provare a darci un po’ di pace». Sono le uniche parole che il padre della ragazzina che lunedì sera ha accoltellato e ucciso la nonna Gilda, 76 anni, nel soggiorno dell’anziana, in via della Tavernella a Paestum, rilascia alla stampa affidandole al suo avvocato, Antonello Natale. La «bambina» come la chiama il legale, compirà 17 anni il prossimo dicembre e, alle tre del mattino di ieri, è stata trasferita presso l’istituto minorile di Nisida dove domani sarà sentita dal gip per la convalida dell’arresto. Sarà quella, secondo l’avvocato Natale, l’occasione per spiegare il perché del suo gesto. Secondo il suo difensore, difatti, la giovane «è uscita di testa» in quanto, dal racconto fatto dal padre, non ci sarebbero motivi di scontro tra nonna e nipote. Chiusa nel suo dolore, invece, la madre che è stata accanto a lei nelle ultime ore di libertà da quando, in ospedale, è stata medicata per alcune lesioni al braccio destro, ripulita dal sangue della nonna che aveva macchiato il suo jeans bianco, la maglietta e le scarpe da ginnastica, e portata dai carabinieri del capitano Fabiola Garello a Nisida.



Resta il punto oscuro dell’intera vicenda. Secondo quanto riferito dal padre della ragazza, nonna e nipote non si vedevano da sei mesi anche se abitavano, più o meno, vicine. Ermenegilda Candreva, da tutti conosciuta in zona come Gilda, è stata uccisa con sette fendenti: cinque alla schiena, uno alla nuca e un altro all’addome. Tra le mani le hanno ritrovato una ciocca di capelli della nipote: le due avranno dunque avuto una colluttazione. A provocarle la morte, secondo i primi rilievi medici, sarebbe stata una coltellata data con forza e violenza nella schiena e che le avrebbe trafitto il polmone e il cuore. Alla diciassettenne è stato contestato il reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dai futili motivi. E qui si inserisce un altro tassello della difficile ricostruzione della violenza.

Il coltello a serramanico utilizzato dalla minorenne era della nonna. Secondo la ricostruzione fatta dall’avvocato della difesa, la 76enne lo custodiva in un cassetto: era del marito morto e lo stesso lo utilizzava per potare le piante. La ragazza non avrebbe saputo dell’esistenza di quell’arma bianca la quale sarebbe stata presa proprio dalla vittima. Si ipotizza (ma le indagini confermeranno bene il tutto) che la nonna abbia preso quel coltello e ferito la nipote la quale, presa da un raptus, avrebbe raccolto il coltello caduto a terra e avrebbe colpito l’anziana. Un dettaglio, questo, che troverebbe conferma nelle poche parole pronunciate dalla ragazza appena fermata dai carabinieri: che la nonna l’avrebbe aggredita per prima. Il corpo della 76enne è sotto sequestro all’obitorio dell’ospedale di Eboli. 



Sono tante, molte affidate anche al passaparola di strada. Una di queste, però, non trova conferma e neanche smentita: si vocifera che la ragazza fosse incinta di un ragazzo con il quale si sarebbe lasciata lo scorso fine settimana. In ospedale, quando è stata medicata, gli esami non sarebbero stati eseguiti. Smentita dal suo legale, invece, l’ipotesi in base alla quale la lite con la nonna sarebbe nata dalla richiesta che la ragazzina le avrebbe fatto: ovvero, di lasciarle la piccola abitazione difronte ai Templi di Paestum, per restare un po’ intimità con il suo fidanzato. Non trova attinenza con quanto accaduto il padre della ragazza, invece, riguardo ad alcune discussioni che ci sarebbero state in famiglia tra lui, appoggiato dalle sue sorelle, e la madre alla quale era astato chiesto di andare a vivere con una parente per consentire loro di realizzare in quella casa un bed and breakfast.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino