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Il gip del tribunale dei Minori ha aggiornato l’udienza preliminare per discutere l’abbreviato del quindicenne coinvolto nell’omicidio di Marzia Capezzuti a fine mese quando saranno nominati i periti richiesti dalla difesa del minore. Già, perché ieri mattina il legale del ragazzino, l’avvocato Pierluigi Spadafora, ha sollevato due eccezioni entrambe accolte del giudice. Sì all’abbreviato ma condizionato a due perizie: quella sulla capacità di intendere e volere del minore al momento del suo concorso in omicidio (l’ipotesi è che ci sia stato un condizionamento legato alla mamma Barbara Vacchiano) e quello su una rilettura del labiale del video nel quale il minore si confida con la sorella Annamaria Vacchiano e confessa la sua partecipazione all’omicidio della giovane milanese. E mentre il tribunale dei Minori fa un ulteriore passo in avanti, la procura ancora non ha tirato le somme per quanto riguarda la posizione degli indagati maggiorenni, i genitori del ragazzino. E non solo. Non sarebbe arrivata a soluzione neanche la prima trance dell’inchiesta quella nella quale compaiono anche i fratelli del minore e altre due persone vicine alla famiglia Vacchiano-Noschese. Evidentemente perché restano da chiarire bene tutte le posizioni non soltanto in merito all’omicidio ma anche alle torture subite dalla vittima e alla sua riduzione in stato di schiavitù. I giudici del Riesame, riguardo alla partecipazione del minore al delitto, avevano scritto, a proposito della sua responsabilità, che «si estende anche al concorrente che non abbia partecipato alla originaria premeditazione perché avrebbe comunque avuto coscienza di ciò che si stava determinando a fare prima del suo contributo» riconoscendo anche che il 15enne avrebbe avuto un ruolo nell’ omicidio «evidentemente premeditato».
LA TELEFONATA
È il 18 ottobre dello scorso anno quando il quindicenne parla in una video chat fatta da Instagram con la sorella Annamaria.
«Lontano. Dove tiene le capre... da Raffaele a Frestola là sopra...». «Ma non è successo niente?». «L’abbiamo tirata».
Il Mattino