Pontecagnano Faiano, omicidio Marzia Capezzuti: il minore sarà sottoposto a perizia pschiatrica

Il gip accoglie l'istanza del legale del minore coinvolto nell'omicidio di Marzia Capezzuti e dispone nuove perizie

La vittima, Marzia Capezzuti
La vittima, Marzia Capezzuti
di Petronilla Carillo
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 06:05
3 Minuti di Lettura

Il gip del tribunale dei Minori ha aggiornato l’udienza preliminare per discutere l’abbreviato del quindicenne coinvolto nell’omicidio di Marzia Capezzuti a fine mese quando saranno nominati i periti richiesti dalla difesa del minore. Già, perché ieri mattina il legale del ragazzino, l’avvocato Pierluigi Spadafora, ha sollevato due eccezioni entrambe accolte del giudice. Sì all’abbreviato ma condizionato a due perizie: quella sulla capacità di intendere e volere del minore al momento del suo concorso in omicidio (l’ipotesi è che ci sia stato un condizionamento legato alla mamma Barbara Vacchiano) e quello su una rilettura del labiale del video nel quale il minore si confida con la sorella Annamaria Vacchiano e confessa la sua partecipazione all’omicidio della giovane milanese. E mentre il tribunale dei Minori fa un ulteriore passo in avanti, la procura ancora non ha tirato le somme per quanto riguarda la posizione degli indagati maggiorenni, i genitori del ragazzino. E non solo. Non sarebbe arrivata a soluzione neanche la prima trance dell’inchiesta quella nella quale compaiono anche i fratelli del minore e altre due persone vicine alla famiglia Vacchiano-Noschese. Evidentemente perché restano da chiarire bene tutte le posizioni non soltanto in merito all’omicidio ma anche alle torture subite dalla vittima e alla sua riduzione in stato di schiavitù. I giudici del Riesame, riguardo alla partecipazione del minore al delitto, avevano scritto, a proposito della sua responsabilità, che «si estende anche al concorrente che non abbia partecipato alla originaria premeditazione perché avrebbe comunque avuto coscienza di ciò che si stava determinando a fare prima del suo contributo» riconoscendo anche che il 15enne avrebbe avuto un ruolo nell’ omicidio «evidentemente premeditato». 
LA TELEFONATA 
È il 18 ottobre dello scorso anno quando il quindicenne parla in una video chat fatta da Instagram con la sorella Annamaria. Il ragazzino era in una comunità per alcuni precedenti reati che stava scontando. Annamaria incalza per sapere cosa è accaduto alla ragazza che viveva a casa con la sua famiglia: «In questo momento stiamo parlando io e te di questa storia... praticamente se viene fuori questa storia che figura di merda che hai fatto. Tu sei mio fratello... perciò spiegami...». «L’abbiamo finita». «Ma in che senso? Dove l’hai portata?». «Lontano, l’abbiamo portata a fare un giro», risponde ironicamente. «L’abbiamo affogata» e accompagna le parole con un gesto della mano come se avesse tirato su qualcosa tenendo il pollice piegato. «Ma dove?».

«Lontano. Dove tiene le capre... da Raffaele a Frestola là sopra...». «Ma non è successo niente?». «L’abbiamo tirata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA